Cos'è il Saot, il «fuorigioco semiautomatico» in arrivo sui campi da calcio della Serie A
Un investimento da più di un milione di euro per acquistare 12 telecamere che calcoleranno, con precisione millimetrica e incontestabile, la posizione geografica di fuorigioco dei calciatori. Basterà questo a spegnere finalmente le polemiche che scuotono l'Italia del tifo ad ogni turno del campionato di calcio?
La decisione
Questa mattina all’Internationl Broadcasting Center della Lega Serie A, a Lissone, è stato ufficialmente presentato il «Saot», ovvero il Semi-Automed Offside Technology (già italianizzato in «fuorigioco semiautomatico»). Si tratta di uno strumento che, sfruttando telecamere, sensori e intelligenza artificiale, scenderà in campo a supporto degli arbitri per valutare la posizione dei calciatori al momento del ricevimento del pallone in modo preciso e veloce.
Il sistema, già adoperato nella scorsa edizione della Supercoppa europea, nell'ultima edizione della Champions League e durante gli ultimi mondiali in Qatar, entrerà in funzione nelle competizioni del nostro Paese in occasione della Supercoppa Italiana tra Milan e Inter in Arabia Saudita, prevista per il 18 gennaio, e poi per tutto il girone di ritorno del campionato.
Sarà dunque una nuova tecnologia all’avanguardia che andrà a implementare il lavoro iniziato nella stagione 2015-16 dalla Goal Line-Technology e continuato nel 2017-18 dal Var.
Lecito però, a questo punto, chiedersi a cosa servano arbitri e assistenti in un sistema in cui la macchina sta guadagnando terreno al punto da prospettare il rischio che il giudice di gara si ritrovi non più assistito, bensì quasi sostituito dalle nuove tecnologie. Ma per fare luce sul punto è meglio fare un passo indietro.
Il fuorigioco
È bene ricordare che trovarsi in posizione di fuorigioco, secondo il regolamento Aia 2022, non è considerata di per sé un’infrazione. L’illegittimità entra in atto quando una qualsiasi parte della testa, del corpo o dei piedi (esclusi mani e braccia) sono al di là della metà avversaria del terreno di gioco e più vicini alla linea di porta avversaria rispetto sia al pallone, sia al penultimo difendente dell'altra squadra. Solo a queste condizioni la posizione è punibile.
Ed è proprio qui che subentra l’arbitro in quanto, applicando il regolamento, sarà l’unico in campo a decidere se la posizione di fuorigioco, calcolata dalla macchina, sarà attiva o passiva e quindi punibile o meno.
Come funzionerà il Saot
Il sistema sfrutterà 12 telecamere posizionate sotto i tetti degli impianti sportivi (di cui 8 «occhi di falco» e 4 dei broadcaster televisivi che coprono l'evento sul piano mediatico) e un chip all’interno dei palloni, in modo tale da poter tracciare fino a 29 proiezioni del corpo dei calciatori e la posizione esatta della sfera al momento del passaggio.
Questi dati, inviati quasi in presa diretta (latenza di 0.5 secondi) alle sale Var, attraverso la tecnologia «HawkVision» serviranno a creare dei modelli a tre dimensioni con le posizioni dei calciatori e a stabilire, in modo inequivocabile, quale sia la parte più avanzata del corpo rispetto alla linea immaginaria dell’ultimo avversario o del pallone.
Secondo Pierluigi Collina, considerato uno dei migliori arbitri della storia e attuale presidente della Commissione arbitrale della Fifa, il mezzo sarà di grande aiuto nell’analisi dei casi limite, quelli border-line da «dentro o fuori».
Le parole di Rocchi
Presenti all'assemblea, tra gli esperti che hanno contribuito alla realizzazione del Soat, anche l’ad della Lega Serie A Luigi De Siervo, il quale si è detto «fiero che la Serie A sarà la prima Lega a sfruttare la nuova procedura» e il designatore nazionale Gianluca Rocchi. Lo stesso Rocchi ha rilasciato queste dichiarazioni: «abbiamo fatto molte esercitazioni nell’ultimo periodo. È un aiuto che servirà ad aumentare precisione e tempistiche. Resterà però fondamentale la parte umana in quanto, nonostante le immagini, le competenze di Var e dell’Avar (gli assistenti dietro lo schermo) stabiliranno se la posizione iniziale sarà punibile o meno. Ho chiesto ai ragazzi di impegnarsi perché una Ferrari va saputa usare. Se ti danno uno strumento da 100 devi saperlo usare da 100: sennò non lo usi».
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