Calcio

Cellino al Daily Mail: «Sto invecchiando, vorrei riportare il Brescia in A»

Il presidente del club ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano britannico: «Verrò in Inghilterra per la pensione. Balotelli un incubo»
Massimo Cellino - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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«Sto diventando vecchio, sento che la mia energia non è la stessa di una volta». Sulla versione online del quotidiano inglese Daily Mail è stata pubblicata una lunga intervista a Massimo Cellino firmata da David Coverdale, che ha raggiunto Brescia, ha pranzato col presidente delle rondinelle al ristorante Nineteen e ha anche visitato la sede del club. Oltre ai numerosi aneddoti legati ai tempi del Leeds, club che ha diretto dal 2014 al 2017, Cellino ha anche parlato di presente e di futuro.

«Mi piacerebbe, un giorno, riportare il Brescia in serie A - afferma -, ma a volte penso di non essere più abbastanza bravo. Devo accettare il fatto che ci sono persone giovani che, adesso, sono meglio di me. Il calcio sta cambiando parecchio, e io non voglio cambiare. L’Inghilterra mi piace proprio per questo, e spero che non cambi mai - prosegue il presidente -. Gli inglesi proteggono la loro storia. Quando andrò in pensione verrò a vivere Oltremanica, e guarderò il vostro calcio». 

Domenica, al Rigamonti, arriva la Sampdoria, il cui proprietario è Andrea Radrizzani, che nel 2017 entrò nel Leeds e fu co-owner con Cellino per sei mesi, prima di acquistare l’interezza del club. «Avevamo concordato un prezzo per il mio 50% con la squadra in Championship, e un prezzo più alto con la squadra in Premier League. Credo che avesse pensato: "È meglio se non saliamo subito, così posso acquistare tutta la società spendendo meno". Gli piaceva vendere e comprare giocatori. Ma il calcio è un’altra cosa. Chiamo questo genere di persone dilettanti. Sono pericolosi».

Il sessantasettenne sardo torna poi sull’inizio della propria avventura inglese. All’epoca non sapeva parlare la lingua d’Albione, arrivò nella sede del club e vi trovò un divano viola. Un colore che - da superstizioso - non poteva accettare. Ordinò di farlo sparire, ma pronunciò male la parola «couch», divano. I suoi collaboratori capirono «coach», allenatore, e a farne le spese fu il tecnico Brian McDermott. Il divano restò dov’era. 

Restando in tema, la chiacchierata si sofferma a lungo sulla fama di «mangia-allenatori» di Cellino, che anche a Leeds cambiò molto: sei allenatori in tre anni. A Brescia gli esoneri sono stati 16 in sei anni. «Ma tutto nasce da un trauma - racconta il presidente delle rondinelle -. Nella stagione 1999-2000, a Cagliari, avevo Renzo Ulivieri. Era un’ottima persona. Mi piaceva molto, ma la squadra andava male. Non volevo cambiarlo. Mi spiaceva troppo. Avrei però dovuto farlo, perché poi la squadra retrocesse. Da allora mi sono detto: "Mai più, devo fare gli interessi della mia società". A volte esonero fin troppo rapidamente».

Poi, il giornalista inglese cerca di coinvolgere Cellino su Mario Balotelli, che ha giocato al Brescia nella stagione 2019-2020, quella in serie A, terminata con la retrocessione. «Ma preferisco non parlare di lui - la risposta del presidente -. È ora di pranzo e il mio stomaco è debole. Non è degno che si parli di lui nemmeno un minuto. Per me non esiste. È stato un incubo, e voglio svegliarmi». 

Non manca un passaggio su Sandro Tonali, ex Brescia, coinvolto nello scandalo delle scommesse illegali. «L’ho allevato io - racconta -. Parlava con me più di quanto facesse con suo padre. Impensabile, per me, che abbia fatto qualcosa di sbagliato. Se Tonali è cattivo, non oso pensare cosa siano gli altri giocatori nel resto del mondo. Se fosse rimasto con me (dopo il passaggio al Milan, il centrocampista è poi andato al Newcastle, ndr) mi sarei adoperato per fermarlo. Ma quando hai tanti soldi finisce che ti ritrovi circondato da troppa gente sbagliata».

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