Calcio

Il Brescia rischia grosso dopo gli ululati razzisti ad Akinsanmiro

Da una multa alla chiusura della Curva Nord, passando per una squalifica della stessa con sospensiva: ci si può aspettare di tutto
Akinsanmiro al momento della sostituzione - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Akinsanmiro al momento della sostituzione - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Brescia-Sampdoria: il «caso Akinsanmiro» è ufficialmente esploso e ora si attendono le decisioni del giudice sportivo con il rischio di sanzioni per il Brescia e la sua tifoseria. Da una multa alla chiusura della Curva Nord, passando per una squalifica della stessa con sospensiva, ci si può aspettare di tutto. Tutto dipenderà da quel che l’arbitro Davide Massa scriverà nel suo referto a proposito dell’episodio che nel primo tempo della gara di domenica sera tra Brescia e Samp ha avuto per protagonisti il centrocampista dei blucerchiati Ebenezer Akinsamiro e un gruppuscolo di individui, situati in curva Nord, che in preda all’imbecillità gli hanno rivolto degli ululati razzisti.

Il caso

Segnalati dal giocatore stesso al direttore di gara che prontamente, ma senza sospendere la gara, ha intimato alla panchina delle rondinelle di far leggere allo speaker dello stadio il comunicato-appello antirazzismo. Eravamo intorno al 23’ di gioco. Una decina di minuti dopo, senza che peraltro la maggior parte dei presenti si fosse reso conto dell’accaduto, la Sampdoria con Coda ha trovato il gol del vantaggio: a esultare più di tutti è stato proprio Akinsanmiro che ha irriso la curva del Brescia improvvisando un balletto nel quale ha mimato le movenze di una scimmia.

Così aizzati i tifosi si sono rivoltati contro il giocatore (ammonito dall’arbitro che in presa diretta non si era accorto dell’atto provocatorio) il quale ha poi definitivamente perso la testa sul campo rendendosi protagonista di una brutta entrata su Dickmann. Un intervento da cartellino giallo che tuttavia Massa non ha ritenuto di sanzionare, graziando il giocatore. Un paio di minuti dopo, in un clima ormai di tensione e a poco dalla chiusura della prima frazione, il tecnico della Samp Semplici ha poi tolto dalla mischia Akinsanmiro: «Perché rischiava la squalifica» (dunque la scelta non è stata ricondotta agli insulti patiti dal ragazzo).

Sanzioni

Gli emissari della Procura Federale presenti al Rigamonti hanno udito e annotato gli ululati denunciati da Akinsanmiro e a referto avrebbero messo che quegli inqualificabili versi sarebbero partiti da un piccolo gruppetto presente in Nord. Una specifica, quella relativa una piccola percentuale di persone coinvolte nell’accaduto, che può giocare a favore nel cercare di evitare la chiusura del settore.

Quanto ai precedenti, nel 2019 – nell’ultima annata giocata dalle rondinelle in serie A - al Rigamonti nell’occasione della partita contro la Juventus si verificò il «caso Pjanic» che venne bersagliato da insulti razzisti. In quel caso il giudice sportivo – scrisse che a essere coinvolto fu il 90% della curva del Brescia – squalificò il settore sospendendo però la sanzione per un anno visto che non c’erano precedenti: solo in caso di reiterazione di simili episodi sarebbe scattata in automatico la chiusura della curva per due turni.

A pesare nella valutazione del caso Akinsamiro (che sui social ha incassato il sostegno del suo club, dei compagni di squadra e dei tifosi oltre che dell’Inter, la sua ex società), oltre al fatto che la tifoseria del Brescia si è vista vietare tre trasferte a causa degli incidenti del 29 dicembre scorso a Cremona, può esserci però anche la risonanza mediatica dell’accaduto a livello nazionale. Anche perché l’episodio si è verificato in una giornata di campionato di serie B in cui, a Reggio Emilia, c’è stato uno stop della partita di 7’: i tifosi di casa hanno preso di mira, con insulti razzisti, il francese Dorval del Bari.

Cultura e rispetto

Anche a Verona, quando bersaglio di ululati fu Mario Balotelli (in maglia Brescia, nel 2019), la partita venne sospesa (Mario scagliò via il pallone, l’arbitro interruppe il match per 4’): in quel caso il settore del Bentegodi dal quale arrivavano i versacci fu chiuso. Ma, appunto, la partita venne interrotta. Cosa che al Rigamonti, ieri sera, non è avvenuta. Resta il fatto che ora, per l’imbecillità di pochi, pochissimi, si rischia grosso.

Nel frattempo la lega di serie B è intervenuta genericamente sul tema razzismo attraverso le parole del neo presidente Paolo Bedin: «È necessario investire sulla cultura del rispetto. Si tratta di comportamenti ormai inaccettabili, oltre che anacronistici, fuori dal contesto sociale nel quale viviamo. Il rispetto della persona, fuori e dentro il campo, è un valore primario e inviolabile che lo sport deve valorizzare, mai calpestare».

La lega cadetta fa poi sapere che con Aia e Can si andrà a definire un protocollo che disciplini in maniera uniforme l’eventuale fattispecie di cori razzisti durante le partite. La Lega e i suoi club, inoltre, si faranno interpreti nelle prossime settimane di una serie di iniziative volte al contrasto di ogni forma di razzismo, violenza e prevaricazione.

Le parole di Abodi

«Quanto accaduto al Mapei Stadium e al Rigamonti non ha nulla a che vedere con lo sport, in questi casi con il calcio. Il razzismo, l’antisemitismo e ogni forma di odio e discriminazione non si possono tollerare in una società civile – affera Abodi –. La lotta e il contrasto a ogni forma di atteggiamento discriminatorio devono essere tempestivi, sistematici ed efficaci. Mi auguro che siano sanzionati i responsabili, e che venga loro applicato anche il ritiro del gradimento da parte dei club. Chi non comprende le regole, deve uscire dallo stadio».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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