Calcio

Brescia, terremoto per il «caso Reggina»: Abodi e Gravina vanno all’attacco

Ministro dello Sport e presidente Figc: «Le leggi dello Stato non sono coerenti alle norme dell’ordinamento sportivo»
La delusione del Brescia dopo la retrocessione - © www.giornaledibrescia.it
La delusione del Brescia dopo la retrocessione - © www.giornaledibrescia.it
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Un terremoto, politico e sportivo. Epicentro Reggio Calabria, nello specifico la decisione del tribunale che ha dato l’ok alla ristrutturazione del debito della Reggina. Prima il ministro per lo Sport Andrea Abodi, poi il presidente della Figc Gabriele Gravina. Punto comune tra i due: le leggi dello Stato siano coerenti con le norme della Federazione.

Ma l’attacco diretto che mette nel mirino «i tribunali» non sportivi, di fatto rivendicando se non un’autonomia un’identità di vedute, arriva a colpire anche altri fronti. Nel mirino la Reggina, che viene quasi invitata a non cantare vittoria dopo la decisione del tribunale. Ma anche la Covisoc, perché analizzi bene qualsiasi situazione prima di dare l’ok per l’iscrizione ai campionati, ribadendone allo stesso tempo la centralità. Parole che non lasciano indifferente il mondo del calcio e in particolare il Brescia.

Gli affondi

«Il caso Reggina va esattamente nella direzione opposta dell’equa competizione: il club ha utilizzato una norma dello Stato che non risponde alle norme dell’ordinamento sportivo e nella fattispecie del calcio - ha detto Abodi sulla possibilità del club calabrese di differire i pagamenti sfruttando il concordato concesso dal tribunale fallimentare -. Non è un caso che qualcuno sia andato in Lega Pro o non sia stato ammesso ai play off avendo pagato tutto e tutti e non avendo comprato giocatori, mentre la Reggina ha fatto acquisti e se la sia cavata con il 5% di debiti fiscali. È un provvedimento che rispetto ma non condivido. Siamo fuori dal perimetro che intendevo quando parlavo di equa competizione, questa non lo è».

Il ministro per lo Sport Andrea Abodi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il ministro per lo Sport Andrea Abodi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

E ancora: «Se il calcio italiano ha miliardi di euro di indebitamento bisogna domandarsi come contenerlo, quali sono le politiche e le norme che consentano un principio sacrosanto, ovvero il ripristino della centralità della Covisoc, il cui principio cardine è garantire l’equa competizione. È necessario che non ci sia sperequazione tra chi, sacrificando un acquisto, paga i debiti in primis quelli nei confronti dello Stato, e chi invece non li paga, compra un giocatore e così rimane nella categoria. L’equa competizione sarà la bussola per i nostri intendimenti».

Alle parole del ministro Abodi si sono aggiunte quelle del presidente della Figc Gabriele Gravina, che di fatto spiegano anche il perché dell’uscita di qualche ora prima: «Il cosiddetto "caso Reggina" è stato possibile perché le leggi dello Stato non sono coerenti con il più stringente quadro normativo federale. Ho chiesto al ministro Abodi di agire prontamente per impedire che le leggi dello Stato rendano vani gli sforzi della Figc a difesa dell’equilibrio competitivo del sistema calcio. Sull’argomento è bene fare chiarezza».

Il presidente Figc Gabriele Gravina - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il presidente Figc Gabriele Gravina - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

E sempre in riferimento alla situazione Reggina, Gravina ha aggiunto: «Non è possibile chiedere giustamente il rispetto delle norme e della centralità della Covisoc, ma contemporaneamente abolire nel decreto attuativo della riforma dello sport l’art.12 che riconosce ruoli e poteri della stessa Commissione che verifica il rispetto dei requisiti economico-finanziari dei club professionistici. Gli organi di giustizia della Figc hanno applicato le norme a difesa dell’equa competizione ed infatti hanno sanzionato chi, pur in costanza di una legge che glielo consentiva, non ha provveduto a pagare quanto previsto dalle norme federali».

Sempre in serata è arrivata la risposta del proprietario della Reggina, Felice Saladini. «Sono sorpreso dalle dichiarazioni del ministro Abodi. Ritengo che non abbia tutte le informazioni del particolare caso Reggina. Siamo pronti a illustrare anche a lui la nostra posizione».

Sensazioni

Al di là delle parole di Gravina, quella di Abodi non pare un’uscita ministeriale, ma «politica» a tutto tondo, visto che in qualche modo va a toccare anche il campo del ministro Giorgetti. Può essere un messaggio per il futuro, ma il Brescia (tra domani e dopodomani sono attesi passi ufficiali riguardo la sentenza del tribunale di Reggio) può pensare che valga anche per il presente.

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