Brescia, prima da applausi: Borrelli e Olzer col bis regalano il Monza

L’attaccante e il fantasista stendono il Venezia in gol solo nel finale: testa e spirito sono già da campionato
Borrelli dopo il gol con il Venezia - Foto Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
Borrelli dopo il gol con il Venezia - Foto Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
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State buoni, se potete, perché non è successo niente. Perché è solo calcio d’agosto. Perché certe partite possono voler dire tutto, ma anche niente. Perché... Perché... Perché... Se, ma e anche però: che la Coppa Italia e il campionato sono due ambiti completamente differenti tra loro. Stiamo sul chi va là, piedi ben piantati sulla terra e quant’altro. Bene: tutto ciò premesso, è ora però perfettamente lecito - sacrosanto persino - essere felici e persino godere un po’ di quel che il Brescia ha lasciato negli occhi e nei cuori dei poco più di 4.300 (dato sorprendente dati i numeretti stagionali tipici di queste parti) che hanno sfidato a duello un caldo da paura. Che ormai non fa più notizia.

In teoria, notizia non dovrebbe farla più nemmeno la mentalità di Bisoli e compagni: invece, questo è il concetto da battere e ribattere in ogni edizione perché è il tesoro di base, dal valore inestimabile, di un Brescia che ieri, con una prova autorevole, ha saputo battere il Venezia (squadra di serie A, non va dimenticato, anche se non sembrava...) 3-1.

Olzer nella sfida col Venezia - © www.giornaledibrescia.it
Olzer nella sfida col Venezia - © www.giornaledibrescia.it

Nel segno di Borrelli, con un colpo di testa specialità della casa. E, meno atteso e forse per questo ancor più gradito, nel segno di Olzer autore di una doppietta deliziosa e di una prova, specie nella ripresa, da big consumato che ha dispensato finezze e potenza fisica. Ecco: è sempre il vecchio Brescia (ieri in avvio dei nuovi solo Verreth era stato schierato), ma c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire mentre per il resto ci si coccolano certezze ormai acquisite e immutabili come la straordinaria dote di trascinatore di un Dimitri Bisoli già con la faccia e la corsa di un ossesso che insegue la propria ossessione. E sinceramente, il Brescia di ieri - che intanto si è preso i sedicesimi contro il Monza, con gara da giocare in trasferta il 25 settembre - ha fatto intendere che cullare veri sogni di gloria, potrebbe non essere un reato. Intanto, una mezza sentenza ci sentiamo già di abbozzarla: questa squadra, per cominciare, darà fastidio a tutti.

Vietato esaltarsi

Ritorniamo tuttavia all’ampia premessa: calma. Di tutto, va assunta la giusta quantità per arrivare a venerdì sera, al gran gala contro il Palermo, con un corretto tasso (al rialzo) di aspettative e realtà. Ma se i valori ieri erano quelli che erano, è inconfutabile che la testa del Brescia - proprio come si era già visto nell’amichevole con il Genoa - è già quella giusta.

Bisoli in campo - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
Bisoli in campo - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it

Che partita è stata al Rigamonti? Per il Brescia, certamente un crescendo con il meglio di tutto - fluidità, interpretazione e numeri dei singoli - concentrato nel secondo tempo. Mentre nel primo, il bello è stato tra il 13’ e il 14’: tra il palo colpito da Gytkjaer e l’immediata, letale, ripartenza del Brescia finalizzata da Borrellone su un cross «cioccolatoso» del favoloso Bisoli innescato da Olzer. Il resto, è stato - per tutti - un incedere su ritmi lenti dettati dall’insopportabile caldo col Venezia a provare a comandare, ma a partorire niente più che pericoli nemmeno catalogabili come tali se non in chiusura di frazione con Sagrado a impegnare Lezzerini (sempre attento) un po’ più di quanto prima non avessero fatto i vari Duncan e, ancora Gytkjaer.

Di più: all’appello del Brescia è mancato anche un rigore apparso solare per un fallo di mano di un difensore dei lagunari su conclusione di Bertagnoli. C’è stata un poco di sofferenza, ma sempre molto controllata e contenuta. Poca cosa così come in una ripresa iniziata sugli scudi e a cogliere impreparatissimo un Venezia schierato subito più alto per provare ad andare a riprendere il risulto: 18’’ sono bastati per vedere ancora Bisoli servire Olzer a infilare Joronen di piatto mancino. Una bellezza.

Col Venezia a inseguire e a sbilanciarsi (a creare qualcosa solo nei primi minuti e prima del 3-0), col Brescia – più libero e sciolto nella manovra – a sfiorare il tris con Bertagnoli. Poi, dal quarto d’ora via ai cambi a trasformare tatticamente le rondinelle partite con il canonico 4-3-2-1 e poi rimodulatesi in un 4-2-3-1 anche se, onestamente, si fa fatica a catalogare numericamente un modulo che per costante ha una grande mobilità in fase offensiva. Una fluidità nella quale si è via via esaltato Olzer che ha regalato il tris andando a vincere l’uno contro uno con Svoboda su lancio di Cistana. Poco prima, Dickmann aveva rischiato l’autorete, poco dopo, Izdes ha accorciato per il 3-1 finale. State buoni, se potete. E se potete, tornate venerdì al Rigamonti: può valerne la pena.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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