Brescia, calendario e stimoli: perché bisogna continuare a crederci

È tempo di guardare avanti. Molto oltre i millimetri-centimetri d’ingiustizia che hanno pesantemente danneggiato il Brescia. È peraltro auspicabile, al di là delle esternazioni pubbliche, che il club si sia fatto sentire anche nelle sedi istituzionali e politiche del calcio. Ed è tempo, soprattutto, di focalizzarsi su quel che – a ingiustizia acclarata – si sarebbe comunque dovuto fare meglio per tenere almeno un pari che era lì solo da raccogliere e che comunque ora farebbe tutta la differenza di questo mondo.
Perché il Brescia non sarebbe scappato via con una vittoria, ma non se ne sarebbe andato nemmeno il Mantova. E, dato, che arbitri e Var non si possono governare, tanto vale conservare le energie buone per ciò che invece si può controllare: le proprie scelte, le proprie azioni. Ma anche le proprie parole.

In un momento così delicato, tutto fa la differenza e anche mezze frasi – seppur pronunciate e caldo e quindi magari non totalmente a fuoco – tipo «Bisoli è irriconoscibile, non c’è con la testa» andrebbero evitate. A maggior ragione se a pronunciarle è direttamente Massimo Cellino.
A parte l’opinabilità dell’affermazione post Mantova, andare a stuzzicare un capitano messo a dura prova dalla gestione dell’arrivo-esonero di Bisoli senior, è quanto di meno opportuno. In un contesto anche ambientale di fragilità estrema. Si rischia inoltre di andare a inserire nuovi elementi di disturbo nella gestione di Rolando Maran, che deve essere invece messo nelle migliori condizioni di lavoro possibili. Dopo la tanta fatica fatta durante la sosta per ricompattare il gruppo e rinsaldare il «patto» tecnico-squadra. C’è un tempo per tutto. E questo è quello da impiegare per prodigarsi a fare in modo che ognuno faccia il proprio, specie da dentro.
Altrimenti si lascia anche campo libero a illazioni d’ogni sorta. Altrimenti è un continuo autogol. E invece il Brescia i gol deve farli. E può farli. Perché i motivi, e gli stimoli, per sforzarsi a pensare positivo, non mancano.
Motivazioni

Intanto, la squadra è viva e vegeta e questo la gara con il Mantova lo ha sentenziato. Nonostante tutto. E nonostante gli ultimi due scontri diretti siano stati persi, la chiave per uscirne sta proprio nei tanti scontri diretti che il Brescia deve affrontare, da andare a incrociare con altrettante sfide tra pericolanti. Il calendario è un’arma a proprio favore: Frosinone e Mantova dovrebbero aver insegnato come maneggiarla.
È decisivo, proprio perché in tante sono coinvolte nella lotta salvezza, imparare a non perdere se non si riesce a vincere e navigare a vista anche se mancano solo 6 partite: l’andazzo di questo campionato suggerisce questo. Gli assalti all’arma bianca, vanno effettuati solo se non c’è nulla da perdere.
Le prossime partite
Cosenza e Reggiana, da affrontare in serie sono alla portata del Brescia? Sì, pienamente. E bisogna prima di tutto autoconvincersi di questo. Poi arriverà il Pisa e da qui al 25 ci sono gli estremi per pensare che la squadra di Inzaghi riesca a mettersi in modalità conto alla rovescia per la festa consentendo a chi ha fame, come il Brescia, di smascherarne le poche vulnerabilità.

Poi la solita partitaccia col Cittadella con il tabù Tombolato da sfatare, quindi la Juve Stabia che alla penultima potrebbe avere una posizione play off non più migliorabile né peggiorabile. Quindi un Modena che il 9 maggio non dovrebbe avere nulla da chiedere. Bisogna insomma inquadrare le opportunità e i lati B delle partite. Si può fare.
E riuscire a farlo, dando risposte poco per volta da qui alla fine della regular season, darebbe una grande mano a far accelerare la trattativa per la cessione del club con fondo americano in trattativa con Massimo Cellino.

Il dialogo, protetto da uno stringente patto di riservatezza, procede tra momenti di stallo e questioni da dirimere come il destino della nuova sede acquisita da Eleonora Immobiliare (che detiene anche la proprietà del centro di Torbole). A garantire sulla serietà dell’advisor che interagisce con Cellino, come già ricostruito il patròn di Dac Daniele Scuola che non ha e non è interessato ad avere ruoli che siano diversi da quello di essere d’aiuto a fare in modo che il Brescia abbia un destino migliore, dando allo stesso tempo una mano allo stesso Cellino che non fa che esternare il suo malessere e la voglia/necessità di lasciare.

Tra l’altro, la settimana prossima ci sarà una nuova scadenza per il pagamento degli stipendi: l’imprenditore dovrà attingere dai propri conti personali un milione di euro, poi ne servono un altro paio per arrivare a fine annata dopodiché ci sarà da pensare alla prossima procedendo con l’iscrizione al campionato e via così. Cellino, seppur descritto come fiducioso rispetto alla trattativa che ha in atto, non può comunque escludere allo stato attuale di dover rimanere e se così dovesse essere si andrebbe incontro a una ulteriore riduzione del budget: ai suoi collaboratori ha già dato mandato di studiare tagli – rispetto ai contratti dei giocatori – tra i due e i tre milioni. Considerando che già ora il Brescia ha un monte ingaggi da metà classifica, vorrebbe dire di nuovo vivacchiare senza prospettive. Sì, in palio c’è molto più di una salvezza.
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