Calcio

Brescia, nuova scommessa di Cellino: missione salvezza a Possanzini

Promozione dalla Primavera per l’ex bomber e capitano alla prima esperienza da «capo» tra i professionisti
Ok, sfida accettata. Molto onore, ma soprattutto molto onere per Davide Possanzini promosso dalla Primavera
Ok, sfida accettata. Molto onore, ma soprattutto molto onere per Davide Possanzini promosso dalla Primavera
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Panni sporchi da lavare in casa. Una crisi da provare a risolvere in famiglia. E così, il Brescia affida la missione salvezza a Davide Possanzini.

Una scommessa, un azzardo anche (nella speranza di avere la stessa fortuna del Monza con Palladino e del Genoa con Gilardino), visto che il «Possa» non ha esperienza come capo allenatore tra i professionisti. Più rischi che certezze dunque. Dalla sua però, l’ex capitano ha 7 anni di formazione ad altissimi livelli nei panni di vice di Roberto De Zerbi (col quale è stato a Foggia, Palermo, Benevento, Sassuolo e allo Schakhtar).

E tra tante scommesse celliniane alla cieca, questa è a... occhi aperti e si basa tanto sulle forti motivazioni di un tecnico emergente nel quale batte forte il cuore della Leonessa del quale il 47enne (dopodomani il compleanno) di Loreto è ormai figlio adottivo. È una cosa grande quella che c’è in ballo: onori e moltissimo oneri. Il «Possa», assicurano tutti coloro che hanno fatto la sfilata per l’incoraggiamento, è carico come una molla. Appartenenza come prima cosa: per instillare quel senso di Brescia del quale in troppi sembrano non avere cognizione.

Da un po’ il nome di mister Davide era sullo sfondo, come idea già accarezzata in occasione del primo esonero di Clotet. Poi però c’era stata quell’ancora misteriosa chiamata di Aglietti alla quale aveva fatto seguito l’immotivata richiamata del tecnico catalano che già dopo il Como aveva rischiato il secondo addio. Anche in quelle ore il nome di Possanzini aleggiava. Ma era toccato ancora a Clotet portare la squadra alla disastrosa trasferta di Perugia. Dopo la quale Cellino aveva virato su Serse Cosmi. Col quale la trattativa si era arenata contro lo scoglio di un mancato accordo di buonauscita col Rijeka al quale il tecnico umbro era ancora legato. Tutto saltato per 90.000 euro che i croati non hanno voluto riconoscere a Cosmi ovviamente non disposto a rimetterci pur avendo sentito forte il richiamo.

La svolta

Siccome tuttavia 90.000 euro non rappresentavano una montagna così insuperabile, la sensazione è che se Cellino fosse stato veramente ma veramente convinto di Cosmi, un ulteriore sforzo (rispetto a quello già fatto e riconosciuto dall’allenatore per smuovere le acque) sarebbe stato possibile. Ma è andata così e una soluzione bisognava trovarla per porre rimedio a una situazione ormai surreale. Al pari dell’atmosfera di ieri a Torbole dove Clotet, ancora in carica seppur totalmente sfiduciato - si trovava per dirigere la ripresa.

Ma in quelle ore, Cellino aveva già avviato un dialogo con Possanzini inizialmente scartato per «non bruciarlo». Il presidente del Brescia, al lavoro dall’estero, aveva avuto ottime referenze sui metodi di lavoro di mister Davide alla guida di una Primavera dai risultati invero modesti, ma perché tecnicamente modesta e gli era stato riferito che la prima squadra era rimasta molto colpita nel pomeriggio in cui - in attesa di Aglietti - era toccato proprio a Possanzini dirigere il lavoro. A ogni buon conto, sfumato Cosmi, con l’impossibilità economica di arrivare a profili come quello a esempio di Iachini, qualsiasi altra opzione sul mercato degli «esperti» appariva come un ripiego.

E allora, coraggio in mano con la decisione di non andare su una via di mezzo, ma di andare all’estremo: niente esperienza (purché non diventi una scusa per ingerenze), ma per contro energia, adrenalina e freschezza. Mentre l’allenamento era in corso, Possanzini e Cellino sono stati al telefono oltre un’ora e già prima di pranzo l’ex bomber aveva detto sì. Chiedendo la possibilità di poter scegliere gli uomini da avere al fianco. Svolta maturata, ma l’esonero di Clotet (arrivato intorno alle 20.30) tardava ad arrivare: fino all’ultimo Cellino ha provato a ottenerne le dimissioni. Richiesta come prevedibile respinta. E Clotet, al quale la comunicazione dell’esonero è stata data da Perinetti ad anticipare la pec di rito, rimarrà sotto contratto un altro anno.

Mentre con Possanzini, al quale toccherà risvegliare coscienze e cuori di un gruppo tramortito, si proverà a guadagnarsi un altro anno di serie B. Ora cosa serve? Anche un atto di fede. Ma prima di tutto compattezza per iniziare a remare tutti dalla stessa parte: ma tocca alla squadra ora dare un segnale di vita per meritarsi una fiducia finalizzata perlomeno a portare in porto questa stagione. Forza Possa.

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