Brescia, Moncini punto fermo nell’attacco che deve rinascere

In attesa del miglior Borrelli, di cercare i gol di Bianchi, scoprire Buhagiar e trovare «mister X» l’11 è una garanzia
Gabriele Moncini - © www.giornaledibrescia.it
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Il ritorno del figliol prodigo. La maretta di inizio giugno è già storia vecchia: Gennaro Borrelli è tornato l’epicentro delle ambizioni del Brescia. Poi c’è Bianchi, che resterà, e al quale si chiede di dare un’impennata ai fiacchi numeri delle ultime stagioni. In attesa di Buhagiar, che ad oggi è niente più che un’incognita.

Come Moncini, però, non c’è nessuno. Non in senso stretto, perché quattro gol dalla panchina (il massimo nell’ultima serie B) li hanno segnati anche Charpentier del Parma, Soleri del Palermo, Distefano della Ternana e Gytkjaer del Venezia. Ma Gabriele ha messo insieme questi numeri in 13 subentri, contro i 20 o più degli altri primatisti. I dati vanno pesati, e qui la bilancia pende tutta dal suo lato.

La sentenza

In queste situazioni è stato quasi una sentenza. Ed è da qui che si presuppone possa ripartire: il titolare sarà Borrelli, che ha testa e cuore a Brescia. Le incomprensioni delle scorse settimane appartengono al passato. Ma l’infortunio al malleolo imporrà un’estate di fatiche suppletive per ritrovare brillantezza. Ci vorrà un po’, e non è detto che quel «po’» si consumi in tempo per l’inizio del campionato.

La dirigenza ha in cantiere un altro acquisto in quel reparto: si guarda sia all’estero sia in Italia, per ora senza affondi. E soprattutto senza fretta: qualora si dovesse stringere per un profilo internazionale, anticipare i tempi potrebbe avere una logica, fosse anche soltanto per concedergli un periodo di adattamento. Altrimenti si attenderà l’opportunità giusta.

In questo quadro, vien da sé che Moncini sia una delle poche certezze dell’attacco. Una riserva di lusso - sulla carta, lo ribadiamo a scanso di equivoci - in un comparto che dovrà essere la forza propulsiva di un campionato di livello.

Non solo attacco

Guai, però, a limitarlo soltanto a quel ruolo. A Gabriele l’etichetta di semplice comprimario sta stretta: ha iniziato la stagione come prima alternativa della coppia Borrelli-Bianchi, l’ha conclusa segnando più di entrambi. Complici gli infortuni di Gennaro, certo. Ma mettendoci molto del suo: cinque gol su 11 li ha fatti dopo l’ultimo stop di Borrelli, su una gamba e mezzo, considerando che nel frattempo pure lui ha dovuto fare a pugni con una fastidiosa infiammazione al tendine.

C’è la sua firma su quasi un quarto (24%) delle reti stagionali di squadra, play off compresi. Un contributo enorme, che il prossimo anno potrebbe anche subire una sfoltita nel minutaggio, non nell’importanza. Per spingere un po’ più in alto le ambizioni è fondamentale avere in rosa figure così, che tengano il palco per 90, 60, o anche solo 20 minuti.

La stagione è lunga e i grandi traguardi non si tagliano soltanto con 11 titolari. Uno specialista in casa il Brescia ce l’ha già. Nel «gioco delle coppie» che il Brescia ha in mente, è la pedina perfetta. Una delle pietre angolari del nuovo progetto.

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