Calcio

Brescia molle, nervoso, incompleto: a Mantova lezione da allarme rosso

Dopo un discreto primo tempo, le rondinelle sono impresentabili nella ripresa e matura un pesante 3-0
  • Memorial Cappelletti, Mantova-Brescia 3-0
    Memorial Cappelletti, Mantova-Brescia 3-0
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AA

A questo punto, c’è davvero da sperare che il Brescia non scenda in campo prima del 16 settembre: l’idea di avere davanti ancora un mese di lavoro per rendersi presentabile per il campionato, è la sola buona notizia sui generis che le rondinelle si portano a casa dal «Memorial Cappelletti» contro il Mantova.

Il suggestivo viaggetto al «Martelli» per rinverdire i ricordi delle battaglie che furono sul campo e di un gemellaggio che ancora è, si è trasformato in una specie di incubo. Sì, è stata un’amichevolaccia: un brutto spettacolo quello che il Brescia ha messo in scena. Un Brescia discreto, ma spuntato (ma va?) nel primo tempo, un Brescia semplicemente impresentabile nel secondo tempo.

Da censurare certo il risultato finale - un secco 3-0 per la squadra di Possanzini che si prende così una piccola-grande rivincita - che è pesante, ma che non è più grave della pessima interpretazione della ripresa tra mollezza e nervosismo assortito. Quello di ieri non è stato certamente un Brescia da serie B, ma nemmeno da serie C. E per spiegare l’esibizione mesta davanti ai circa 2.000 che hanno sfidato 33° bollenti come fossero stati 40°, certo non basta la categoria sospesa e l’incompletezza della rosa: appunto, è stato l’atteggiamento a dare fastidio.

E ha dato fastidio anche all’interno: non ha gradito Gastaldello - che al pari di Cellino si è beccato i soliti cori ai quali invece hanno fatto da contro altare quelli dei bresciani per Possanzini -, non ha gradito il direttore sportivo Castagnini. Un segnale di questo fastidio (rabbia), è dato dal fatto che la squadra avrebbe dovuto godere di tre giorni liberi. Diventati uno. È una punizione.

Come è andata

Potrebbe non esserlo, in condizioni normali, anche un flop in un’amichevole pre ferragostana: ma le condizioni qui non sono normali e colpi di testa, cali di concentrazione non possono trovare spazio perché da farsi perdonare c’è molto, troppo. E perché la situazione ambientale è già abbastanza esasperata: non passa più nemmeno uno spillo. C’è tantissimo su cui riflettere se nemmeno l’assenza dell’ultima ora di Viviani (acciaccato), il nuovo forfait di Jallow, il perdurare dell’assenza di Bertagnoli, Bjarnason che si aggregherà solo nei prossimi giorni (mentre erano al rientro Huard e Bianchi) servono a scusare parzialmente la prestazione.

Certo, poi tutto si intreccia con assenze, lacune (riproponiamo una domanda retorica: si può disputare tutto un pre campionato senza attaccanti?), attendismo sul mercato prolungato oltre ogni oggettiva giustificazione «burocratica», mancanza di ricambi, antichi difetti come i volti conosciuti. Vedi Ndoj che in preda a un nervosismo inspiegabile (per quanto il Mantova avesse uno spirito da campionato sotto quel punto di vista e ne ha fatto le spese pure Galazzi, azzoppato da Redolfi e costretto a uscire), ha rifilato una testata al pur fastidioso Burrai (mani sempre addosso, nel primo tempo aveva rischiato di far saltare i nervi anche a Bisoli): giallo per il centrocampista, ma sarebbe stato bene un rosso.

Poi, gesti sparpagliati di frustrazione qua e là. Quindi la papera di Lezzerini, già «atteso al varco» perché la sua titolarità è imposta, che - uscito dall’area - è intervenuto di testa su un pallone recapitato nei piedi del bresciano Galuppini che da oltre 40 metri ha colpito in pallonetto. Quello è stato il gol del 2-0 mentre le marcature le aveva aperte Monachello in coda al primo tempo con un gran sinistro.

E se quel vantaggio dei virgiliani era parso largo contro un Brescia, nel primo tempo, ben organizzato e applicato il giusto tanto da mettere più di una volta in difficoltà la costruzione dal basso - mantra «possanziniano» - di un Mantova prima del gol protagonista solo di un paio di discese sulla destra del Brescia e nulla più, non ha fatto poi una piega il bis e nemmeno il tris a firma Debenedetti in girata a sugli sviluppi di una punizione. E c’è stato pure il rischio di un poker mentre nel Brescia a dar fastidio è stato sostanzialmente il solo Olzer (ancora falso nueve) che ha anche colpito una traversa. Ma che pochezza. E che allarme è bene far suonare.

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