Calcio

Brescia, meno possesso e più occasioni del Cittadella. Ma l'attacco resta un caso: zero tiri in porta

Al Tombolato la squadra di Gastaldello ha fatto registrare la miglior frequenza di occasioni dal dopo-Spal
Dalla trasferta del Brescia a Cittadella - New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Dalla trasferta del Brescia a Cittadella - New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Nel dopo-Cittadella Daniele Gastaldello ha optato per la prima, dicendo chiaro e tondo di guardare con ottimismo al futuro e di avere captato dei segnali positivi. Questione di punti di vista. La vera notizia è che al Tombolato il calice è stato riempito a metà: mica scontato, se si considera che in questo 2023 non si era riusciti a distillare nemmeno una goccia.

Possesso palla inferiore al Cittadella

Un punto dopo sette sconfitte consecutive costituisce di per sé uno step in avanti. Ancora insufficiente, ma una parvenza d’appiglio (precario) al quale aggrapparsi per cercare di risalire la rupe. Partiamo da un dato, fornito come di consueto da Kama Sport: contro il Cittadella il Brescia ha avuto un possesso palla (42.60%) inferiore a quello dell’avversario. Per questa squadra si tratta di tutto fuorché consuetudine: nel girone di ritorno è accaduto appena altre due volte, contro Como e Perugia, dunque nei due match disputati in inferiorità numerica in questo 2023. La squadra di Gastaldello ha in una certa misura rinunciato alla propria anima «giochista», lasciando il pallino all’avversario. Un Brescia più pragmatico, che ha vinto più contrasti (16 a 11), battagliando nei duelli (76 quelli vinti dal Cittadella, 74 per i biancazzurri) e intercettando di fatto lo stesso numero di palloni dei veneti (90 a 89).

La frequenza di occasioni

C’è un altro dato che «rompe» con il passato più recente, quello sulla frequenza di occasioni create: il Brescia ha impiegato in media 3 minuti e 57 secondi di possesso a gettare le basi per produrre un pericolo. Non aveva questo tipo d’efficacia, limitatamente a questa statistica, dalla vittoria contro la Spal. Il Cittadella, che come detto si è affidato a uno sviluppo più articolato e ragionato, ha impiegato quasi 10 minuti in più di media a creare una chance.

Nessun tiro in porta

Perché, dunque, l’attacco è rimasto ancora una volta a secco? La spiegazione fornita da Gastaldello («Ci sono mancate un po’ di cattiveria e precisione») coglie il punto. Con 5 occasioni da rete confezionate nell’arco dei novanta minuti (2 quelle del Cittadella), lo zero alla voce «tiri in porta» produce un effetto stridente. Com’è possibile? Il Brescia ha generato più chance, e con una miglior frequenza, eppure ha tirato di meno (8 tentativi, contro i 13 veneti) e non ha mai inquadrato lo specchio. Il corollario è l’indice dei gol attesi, che torna a scendere sotto l’1 (0.85), per la quinta volta nelle ultime sei partite. Il Cittadella, senza strafare, ha fatto registrare un dignitoso 1.03. Qui siamo oltre i numeri: che il problema sia strutturale (l’assenza di un centravanti di peso ha indubbiamente un’incidenza) o soltanto mentale, va risolto in qualche modo. Le ultime quattro squadre in classifica (Benevento, Brescia, Cosenza e Spal) hanno quattro dei cinque indici medi di «expected goals» peggiori di tutto il campionato: non può essere un caso. Chi non segna non si salva: è bene tenerlo a mente, cercando di ribellarsi a questo trend.

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