Brescia, il pari in rimonta di Bisoli a Monza avvicina i play off
Non è finita finché non è finita e soprattutto perché il Brescia non finisce mai. Non è finita perché ci sono da recuperare ancora tanti punti - 3 - quante sono le partite di regular season ancora da disputare e la classifica rimane una «tonnara»: distanze minimissime con sorprese all’ordine del giorno. In questa tonnara, il Brescia è sesto e rispetto a due settimane fa ha perso due posizioni e un punto sulla zona che conta. Quindi? Quindi, nonostante tutto c’è una specie di rifiuto ad accettare quella che è la realtà, oggettiva, dei fatti e ad ammainare la bandiera della speranza. Perché non si sa mai, ma principalmente perché il Brescia, una grande, lo è per davvero e il tipo di prestazione sciorinata dai Corini’s a Monza ha reso il big match della 35esima un vero big match. Che pare fregare entrambe.
La sfida
Certo l’occasione era più ghiotta era per il Monza che vincendo sarebbe balzato al primo posto e che invece è in mezzo al caos. E che oltretutto, la partita l’aveva messa dalla parte giusta trovando un capolavoro di Machin (ex ufficialmente castiga Brescia visto che l’ultima rete prima di ieri l’aveva segnata proprio a Mompiano). Altrettanto certamente, e anche un po’ paradossalmente però, chi si mangia un po’ più le mani resta lo stesso il Brescia che la gara di uno U Power Stadium vestito da grandi occasioni, ha - a larghissimi tratti - dominato cuocendosi tatticamente - nel primo tempo - a fuoco altissimo un Monza costretto a giocarsela solo sulle ripartenze con le sue cartucce migliori rese incapaci di sparare da una pressione e un’aggressività micidiali: emblematico in questo senso il lavoro svolto da Bisoli che non a caso è stato il migliore in campo e non a caso è stato l’uomo che in qualche modo, per qualunque cosa sarà, ha tenuto in corsa il Brescia trovando il meritatissimo pareggio in un finale di partita in cui la squadra di Corini è stata bravissima a leggere le difficoltà di un Monza stravolto da cambi che non hanno più fatto ritrovare la squadra di Stroppa dando nuova linfa a un Brescia che una volta trovato il preziosissimo 1-1 (Jagiello per Tramoni che serve in area Bisoli) dopo che aveva rischiato di subire il colpo del ko, una volta prese un paio di sbandate negli ultimi minuti del tempo regolamentare dando l’idea di non averne davvero più, sfiora addirittura il blitz al 92’: non si sa come Di Gregorio arrivisul mancino micidiale di Bajic.

La cronaca: i più e i meno
Sarebbe stata apoteosi, pure meritata. In una serata di demeriti realizzativi (davvero è mancata solo la stoccata) e sfortuna. Quest’ultima sottoforma del forfait di Moreo dopo meno di 20’ per una botta al polpaccio: una perdita decisiva anche se il Brescia ha saputo adattarsi subito all’ingresso di Tramoni non avendo problemi a cambiare il piano partita. I demeriti invece sono più o meno tutti in due grandi occasioni (ce n’è stata anche una terza capitata a Léris) capitate ad Ayé sullo 0-0 tra una conclusione fuori misura da ottima posizione e una specie di «scavetto» che ha trovato la risposta a mano aperta di Di Gregorio: bravissimo il portiere del Monza, ma meno bravo il francese in palese giornata no. E più ancora degli errori sottoporta su di lui pesa il pallone perso in mezzo al campo a dare il là a Machin subentrato a Valoti che forfait aveva dovuto darlo a fine primo tempo: sfortuna per sfortuna, da questo punto di vista non è stato da meno nemmeno il Monza che ha dovuto spendere anche i cambi forzati di Caldirola e di un Colpani che nel primo tempo era stato l’unico spauracchio di un Brescia a tratti ammaliante nella sua manovra che ha trovato il costante accompagnamento dei terzini quasi registi aggiunti: il sanzenese con le sue incursioni è stato di fatto l’unico rifugio sicuro dei brianzoli e in una circostanza per fermarlo è servito un Pajac per una volta ineccepibile in un uno contro uno.
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Col secondo tempo messosi subito malissimo, col Monza a badare soprattutto a difendersi, non pareva esserci nessun modo per riaprirla per un Brescia sempre intenso (fisicamente ci siamo), ma incapace di darsi uno sbocco negli ultimi metri tra imprecisione e cattiveria. Però sempre capace di stare lì e di leggere il momento, soprattutto i cambi «squilibratori» (gli ingressi di Pereira e Mancuso per D’Alessandro e Barberis hanno creato un «tilt») del Monza. E di trovare la giocata giusta per il varco giusto. Per un pareggio sostanzialmente «punitivo» per due. Al gusto di play off. Ma con un retrogusto ancora di speranza.
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