Brescia, dopo i disordini in arrivo la stangata del giudice sportivo

Quanto accaduto giovedì sera al Rigamonti avrà inevitabilmente anche una coda a livello sportivo e il Brescia, così come i suoi tifosi, deve già mettersi il cuore in pace: è in arrivo una stangata, di quelle che nel calcio si definiscono «esemplari», da parte del giudice Ines Pisano, che le rondinelle si troveranno a scontare nel prossimo campionato di serie C.
Dal referto
Ieri si pensava potesse già arrivare la decisione del giudice sportivo sullo 0-3 a tavolino, che invece è slittata. Su questo però non esistono dubbi: l’arbitro Massa ha sospeso la partita perché non c’erano le condizioni per portarla a termine ed è plausibile che nel referto a fine gara, punto di partenza per il giudice sportivo, abbia messo nero su bianco che al Rigamonti in quel momento mancavano le minime condizioni di sicurezza per far tornare in campo le due squadre e riprendere il gioco fino al termine del recupero (circa due minuti). Se così davvero fosse, non potrebbero che scattare sanzioni di particolare gravità a carico anche del Brescia Calcio.
Non solo Nord
Ma a questo punto quale può essere l’orientamento? Difficile pensare che si vada solo ed esclusivamente verso la chiusura della Curva Nord, provvedimento (vale a dire cancelli serrati solamente per un settore) che recentemente è stato invece preso in altre piazze per cori razzisti verso un giocatore provenienti da una zona specifica dello stadio. Si è insomma deciso di punire quella parte, non il resto dell’impianto.
Tornando ai fatto di Brescia, vero che giovedì i tifosi entrati in campo arrivavano solo dalla Nord, ma quanto accaduto è troppo grave per limitarsi ad una sanzione ritenuta probabilmente troppo «morbida», anche se si volesse salvaguardare la stragrande maggioranza dei tifosi biancazzurri, attoniti e impauriti di fronte a tanta violenza.
Le ipotesi
Il fatto è che oltre all’invasione di campo, il lancio dei bengala, gli scontri con le forze dell’ordine sul terreno di gioco, la partita sospesa e mai più ripresa, ci sono stati gravi incidenti pure fuori dall’impianto che si sono protratti fino a notte fonda. Con una parte degli spettatori tenuti «in ostaggio» ad esempio in tribuna per motivi di ordine pubblico (fuori in realtà c’era il finimondo, solo per citare via dello Stadio), fermata della metropolitana Mompiano chiusa, una macchina andata a fuoco e danni vari allo stadio, ma non solo.
Tutto ciò lascia quindi supporre che si vada verso qualcosa di più rispetto a partite (plurale non a caso) da giocare in campo neutro, ovvero partite (appunto...) da disputare al Rigamonti sì, ma a porte chiuse. Quante? Si ipotizza non meno di tre, con il numero destinato più a salire che a scendere. E anche il fatto che il presidente della serie B Andrea Balata abbia voluto esprimere tutto il suo rammarico per quanto accaduto a Brescia potrebbe avere un peso.
Caso esemplare
Ecco perché, in attesa ovviamente che il giudice sportivo si esprima, c'è chi ipotizza anche una sorta di «doppia pena afflittiva»: ovvero giocare magari tre partite a porte chiuse e altrettante con la Curva Nord, soltamente quella, senza tifosi. Per dare un segnale a tutti, nonostante Brescia (e va detto) non vivesse da anni attimi di paura come quelli di giovedì sera. Ma in un momento in cui il calcio italiano, va rimarcato con grave ritardo, ha deciso di mandare segnali forti contro i violenti, la folle notte di giovedì al Rigamonti e a Mompiano rappresenta purtroppo un’occasione ideale per calcare la mano.
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