Brescia da trasferta, vola a Ferrara e torna in «zona A»

È ufficiale: il Brescia è un cittadino del mondo della serie B. Si sente davvero a casa sua solo in casa d’altri dove la banda Inzaghi di norma arriva, entra, «spacca» e ciao: rigorosamente con i tre punti in tasca. Ebbene sì, è successo ancora: per la settima volta in stagione, la quarta consecutiva. Per un totale di 22 punti su 33 raccolti in giro per l’Italia.
I meriti
Robe da pazzi, robe da Brescia. Quello che ieri dopo il «buco» con il Monza ha mandato in tilt la Spal punendola con uno 0-2 che non fa un plissé e che anzi sarebbe potuto essere anche qualcosa in più per qualità e quantità di prestazione e occasioni create. Mezze misure? No, grazie. E allora prendiamo e portiamo a casa un pacchetto che pesa come un secondo posto luccicante. Ma che soprattutto pesa come una prestazione semplicemente autorevole e completa in tutto.

Una replica, ma anche meglio della partita di Parma. Anzi, è stata proprio meglio di quella partita (che avevamo messo via come la più bella del Brescia fin lì) perché ieri il Brescia non si è preso mai pause. Proprio mai. E il duello tattico tra Clotet e Inzaghi, tra predecessore e successore, l’ha vinto il secondo. Che non ha sbagliato nulla nell’impostazione e nemmeno nella lettura: promossissimi anche i cambi, all’insegna del tempismo oltre che del coraggio.
Quello che al «Mazza» è stato l’arma in più del Brescia che poi per il resto è, banalmente, nettamente più forte, come la classifica racconta. E la legge del più forte è stata puntualmente applicata. In casa di una Spal che ieri ha «centrato» la quarta sconfitta di fila: le rondinelle hanno fatto un sol boccone di una squadra forse troppo pretenziosa nella ricerca dell’estetica in rapporto alla qualità e dalla difesa di burro. Ma questi, sono affari della Spal: affare del Brescia ieri è stata la personalità sciorinata. Quella che si gradiva rivedere più di ogni altra cosa. Una personalità letta dentro il pressing furibondo e micidiale col quale è stato scelto di aggredire sin da subito una malcapitata Spal fatta principalmente a fette sulle fasce da Léris e soprattutto Tramoni. In un contesto di squadra particolarmente ispirato da un’impostazione in cui anche Bertagnoli e Bisoli, insieme a Moreo - la sorpresa di giornata: pareva recuperato a forza per cui la sua titolarità aveva destato perplessità e invece ha fatto la differenza - e ai due di cui sopra, hanno partecipato alla manovra offensiva: sempre altissimi per un totale di 5 uomini costantemente in area spallina.
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
Ripartenze
È tutto un «riconquista, prendi e riparti»: non mancano gli errori tecnici, ma il Brescia è la squadra che sbaglia di meno e che ne ha comunque di più in tutto. Pronti via e non a caso Léris su assist di Tramoni ha un’occasione d’oro sciupata da due passi. Ce n’è poi anche per Moreo che su splendido cross di Léris taglia benissimo ma impatta malissimo e per Tramoni che al 31’ sottomisura può fare meglio. In mezzo, un’«apparizione» di Joronen che con un colpo di reni manda in angolo un colpo di testa in pallonetto di Melchiorri sull’unica disattenzione di Chancellor. Ma il contenuto offensivo della Spal (inspiegabile - e d’aiuto ai centrali del Brescia - la mossa di tenere Colombo, comunque il migliore dei suoi largo in una specie di 4-3-3).

E così a fine primo tempo, l’unica notizia è che il Brescia non ha ancora sbloccato il risultato. Riprende la contesa, non manca il timore di vedere un Brescia che «ritratta se stesso»: ma passa subito perché se possibile la squadra di Inzaghi è ancora più asfissiante e decisa. Su pressing di Moreo (arma tattica da trasferta), Coccolo è indotto a un erroraccio e da lì nasce la manovra del vantaggio del Brescia: Bisoli supporta Léris che in area trova il modo di servire Tramoni il quale la mette di sinistro in difficile coordinazione dal secondo palo. Giusto così e mentre la Spal col suo baricentro più alto trova ancora Joronen su Viviani dal limite e prova a chiedere due rigori sui quali il Var dice no, il Brescia trova il bis alla mezz’ora con Bisoli da fuori su assist di Palacio (in campo da 10’) che da campione brucia Dickmann.

Poco prima un diagonale fuori di poco di Moreo e poco dopo lo 0-3 ingiustamente annullato ad Ayé. E i cittadini del mondo, fan festa. E già pensano a come prendersi il... passaporto al Rigamonti domenica con il Cittadella. Che campionato: duro, durissimo. Bellissimo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
