Brescia, Clotet: «Prima i punti salvezza poi si vedrà...»
Pomeriggio di presentazione ufficiale per il nuovo-vecchio allenatore del Brescia, Pep Clotet, introdotto dal direttore sportivo Giorgio Perinetti: «È il ritorno questo - le sue parole -, di un allenatore molto valido che già abbiamo avuto modo di apprezzare e che è guidato da una sana passione oltre che da idee di un calcio innovativo. Tutti insieme lo supporteremo e lo appoggeremo per farlo lavorare nel modo migliore e dare una stabilità alla squadra».
Parola poi a Clotet: «In occasione della mia prima esperienza qui mi ero trovato molto bene poi il calcio mi ha portato da un'altra parte ma adesso sono molto felice di essere tornato e ho molto fiducia sia umanamente che calcisticamente del presidente e del direttore. Spero di dare il mio contributo a fare qualcosa di bello in una città che so essere innamorata della sua squadra ma che ancora non ho potuto conoscere bene causa pandemia».
Sul rapporto con Cellino che si era un po' guastato: «Del presidente, che comunque ho sempre considerato un amico, mi è piaciuto che avesse voglia di riprendere quel concetto di calcio che avevamo visto la prima volta, abbiano parlato di metodologie... Avevo opzioni per andare in Spagna, ma l'idea di poter tornare qui a dare una mano mi è piaciuto moltissimo. Ora ho anche un po' più di esperienza, so cosa può andare bene e cosa può andare male e penso che la squadra abbia una maturità per poter fare bene».
Dopo l'esperienza alla Spal: «Conosco meglio il calcio italiano e la serie B. A Ferrara comunque abbiamo fatto un grande lavoro sui giovani tanto è vero che uno, Salvatore Esposito, è andato in Nazionale A. So che mi ha fatto l'in bocca al lupo e lo ringrazio molto. Questo tipo di lavoro è quello che ha un senso in serie B. Mi sento comunque più sicuro e sereno».
Il prossimo campionato sarà molto duro: «Ma questo mi stimola più che preoccuparmi. A ogni modo, serviranno piedi per terra e molta umiltà». Sulla presenza di Perinetti: «Sono felice che il presidente lo abbia scelto nuovamente perché per me fu importante con la sua esperienza la prima volta. Penso che insieme possiamo lavorare bene».
Il calcio di Clotet è un calcio che ha bisogno di tempo ma a Brescia di solito Cellino tempo non ne da: come si coniugano le due cose? «A me intanto piace che la squadra sia protagonista, che giochi un calcio offensivo, che vada in avanti, che lotta e suda e gioca con il cuore. Mi piace anche lavorare con Gastaldello che è diverso da me. E quando io vedo questo il risultato lo metto in secondo piano».
Sugli obiettivi: «Con Cellino ci siamo detti che il primo obiettivo deve essere fare i punti per salvarci e poi vediamo dove siamo e a che punto della stagione...Io credo molto nel gruppo e dentro un gruppo se c'è qualsiasi giocatore cresce...il modulo? Andremo sul 4-3-1-2 con la variante del 4-3-2-1. Ma mi piace di più parlare di concetti: quello di un calcio di movimento, di triangolazione, di palla che va veloce, di recupero rapido delle palle perse».
Su Ayé che con Clotet esplose: «Non so se c'entrava il fatto che non ci fosse il pubblico quell'anno. Dico solo che il presidente mi diceva che Florian sarebbe potuto esplodere e lo ha fatto». Su Moreo: «Lo vedo sia punta che più indietro». Su Van de Looi: «Tom lo vedo in crescita e sono sicuro che da professionista ottimo quale è ha tutto per diventare un grande play».
Infine un messaggio ai tifosi: «Fu molto bello quando ci aspettarono di rientro da Monza perché alla squadra arrivò un grande messaggio. Ai nostri tifosi dico che darà una stagione molto difficile, per noi e per tutti: ecco in questi momenti brutti bisognerà essere uniti ed essere capaci di dare il massimo incoraggiamento. E io so che il nostro popolo ci aiuterà. In cambio noi daremo tutto ma proprio tutto il nostro impegno».
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