Brescia, Cellino sempre più distante: assente giovedì, ora vola a Miami
Il termometro segna -3. Come il saldo punti rispetto alla fine dello scorso girone d’andata (25 allora, 22 oggi): per una classifica raggelante al pensiero della proiezione finale. Ma il gelo è anche quello che fa ormai da cornice al rapporto tra Brescia, il Brescia e Massimo Cellino.
L’assenza
Lo scollamento è ormai totale. Al punto che persino il proprietario e presidente del club sta prendendo le distanze. Persino fisiche: emblematica, e rumorosa, la sua assenza allo stadio per una gara delicata come quella contro il Modena. Ed emblematico è il fatto che in questi giorni, con ancora una gara da giocare prima della sosta, si allontanerà pure dalla città facendo rotta su Miami dove conserva casa e alcuni affari.
Deleghe e malessere
Cellino ha conferito i poteri gestionali a Renzo Castagnini per la parte sportiva e ad Andrea Mastropasqua per il comparto amministrativo e la direzione della sede. Il segnale ha certo anche una lettura in positivo per la serie «finalmente Cellino si fida dei collaboratori che lui stesso ha scelto», ma per come l’imprenditore sardo intende la gestione del club, la mossa è soprattutto sintomo di un malessere. «Non ne posso più» continua a ripetere a collaboratori, avvocati e amici del golf e la mazzata sul suo umore è arrivata dall’interruzione della trattativa per la cessione del club al fondo americano sportivamente rappresentato dall’ex portiere brasiliano della Roma, Doni.
Accordo sfumato
C’era anche una data per il passaggio di mano: ieri, 27 dicembre. All’atto però di mettere un milione di euro come deposito (in un’operazione da 22 milioni per il club più 8 per il centro sportivo) i compratori si sono defilati. Quindi, volente o nolente, comunque allo stato attuale senza più alcuna voglia di provare a dare un prospettiva e in quadro in cui anche la questione stadio pesa come un macigno, tocca ancora a Cellino che peraltro, per portare a termine la stagione, dato il deficit di cassa da mancati ricavi di Lega – ballano tra i 3 e i 4 milioni – dovrà mettere mano al portafoglio personale a meno di non procedere con cessioni nella sessione di mercato ormai alle porte, dalla quale invece ci sarebbe bisogno di attingere. Mancano soldi, ma mancano anche energia e voglia con un mood contagioso per tutti che si riflette su tutto il sistema Brescia. E siamo a capo. Anzi, siamo a -3. Raggelante. Difficile andare avanti così.
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