Brescia, Cellino-Inzaghi pace e addio: ora può avanzare Pep Clotet
E al secondo tentativo, conciliazione fu. Non c’è stato bisogno degli avvocati, né di arbitri perché la partita a braccio di ferro l’hanno dichiarata pari e patta direttamente gli interessati: il Brescia - Massimo Cellino - e Pippo Inzaghi. Che si sono accordati per la pace e contestualmente per l’addio: di fatto (anche se il nero su bianco sarà soltanto nelle prossime ore, probabilmente già oggi), Pippo Inzaghi non è più l’allenatore del Brescia e non è più nemmeno a libro paga del club.
L’intesa è per una risoluzione contestuale: a conti fatti la miglior soluzione possibile per tutti. Lo scenario al quale si andava incontro era infatti potenzialmente molto pericoloso. Proseguire sulla strada di una battaglia legale iniziata dall’esonero del 23 marzo di Inzaghi che immediatamente si mosse per chiedere il reintegro o il risarcimento danno (in nome della clausola anti esonero) avrebbe portato il Brescia al rischio di compromettere le basi per la prossima stagione e il tecnico al rischio di non poter rispondere sui due piedi a una eventuale chiamata di un altro club.
Certo avrebbe potuto dimettersi subito, ma al di là della volontà di vedere riconosciute le proprie ragioni se non altro con soddisfazione economica, con un procedimento legale in corso, davvero non si può mai sapere e Cellino avrebbe comunque potuto giocare altre carte nell’ambito di una guerra di nervi iniziata con il reintegro di giovedì scorso: alla mossa del patròn, Inzaghi aveva risposto con la contromossa di rispondere al reintegro. Lì, entrambi hanno capito che nessuno dei due scherzava: pronti a tutto. Il reintegro avvenne l’indomani di un fallito tentativo di conciliazione che avrebbe portato le parti davanti al collegio arbitrale il 3 giugno.
Avvicinamento
Ma nessuno si è arreso e alcuni consiglieri di Cellino e di Inzaghi si sono prodigati per invitare le parti a scendere a patti trovando il varco per un avvicinamento. Avvenuto, a quanto appreso, nella serata di domenica: quando non solo gli «sfidanti» hanno avuto un contatto, ma si sono visti in un faccia a faccia in sede e senza la presenza di avvocati. I due hanno approfondito i rispettivi punti di vista, avrebbero rivisitato gli errori della stagione e infine si sarebbero stretti la mano lasciando il lavoro «sporco», quello di limare i dettagli e comunicare al collegio arbitrale l’intesa raggiunta, agli avvocati.
Ad alcune persone del suo entourage Cellino ha confidato l’apprezzamento, oltre che per la soluzione, anche per l’atteggiamento ritenuto molto corretto di Inzaghi il quale ieri mattina, a chi lo ha incontrato poche ore prima della partenza delle vacanze e gli ha chiesto se fossero vere - trovando da lui stesso conferma totale - le prime indiscrezioni relative a una conclusione bonaria della querelle, è apparso sereno e molto carico pensando al futuro per quanto gli resti il cruccio per come è andata qui.
Di certo per il Brescia è un sospiro di sollievo sotto più punti di vista. Alla fine di questo mese, con le scadenze dei contratti di Delneri e Dionigi, a libro paga rimarrà solo Eugenio Corini (congedato senza annunci e andatosene incredibilmente anche nell’indifferenza della piazza che pure lo osannava). Anche a livello programmatico la soluzione del «caso Inzaghi» rappresenta un primo spiraglio: ora si può spingere per chiudere con Pep Clotet che tornerà in abbinata con Daniele Gastaldello (ora nello staff tecnico dell’Under 21). Capitolo diesse: permane lo stallo sulla situazione di Marroccu e sviluppi sono attesi a questo punto verso la fine della settimana anche se allo stato attuale Cellino è propenso a tenere bloccato il diesse fino a scadenza naturale. Il tutto anche se proseguono i casting con i sostituti: Perinetti (in pole), Foschi, Magoni in ballo.
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