Brescia, Bisoli: «Voglio una squadra gagliarda, come la nostra gente»
C’è un tasto sul quale Pierpaolo Bisoli batte ripetutamente nella conferenza che precede il suo esordio da allenatore del Brescia: «Dobbiamo ritrovare entusiasmo. In questo momento vedo un gruppo un po’ abbattuto, e invece noi dobbiamo far divertire la nostra gente». Domani, con la Carrarese, il tifo organizzato sciopererà per diciassette minuti: «Tocca a noi riconquistarli. Dovremo farlo con le prestazioni: i bresciani sono un popolo di lavoratori, e noi dobbiamo rappresentarli in campo, essere gagliardi come loro».
Il tecnico sarà assente per squalifica, rimediata quando allenava il Modena: «Fosse per me starei a bordocampo a urlare, ma non credo si possa fare (ride, ndr). Siamo comunque reduci da una settimana intensa, la squadra non ha bisogno di consigli. E poi io mi fido ciecamente del mio staff. Dico solo che la sofferenza dev’essere una gioia per i miei giocatori. E la Carrarese dovrà fare una gran fatica ad avvicinarsi alla nostra area di rigore».
Bisoli non svela la formazione, ma dissemina indizi: «Ho spesso giocato con due punte e lo farò anche qui a Brescia. Ho un parco attaccanti importante, Borrelli e Moncini possono assolutamente giocare insieme».
In un altro passaggio, l’allenatore parla del figlio Dimitri: «Non è ancora al cento percento, ma l’emozione che prova per aver trovato suo padre come allenatore lo deve inevitabilmente portare a dare qualcosa in più. Per Borrelli, invece, credo che il problema sia più mentale, soffre della sindrome che hanno tutti gli attaccanti quando non segnano. Io gli ho detto che non mi importa chi fa gol, quel che conta è che il Brescia vinca. Mi pare abbia recepito il messaggio. E io sono convinto che abbia bisogno di giocare con continuità per essere sempre più brillante».
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