Brescia a Mantova, derby tra 10mila amici per confermarsi big
Il Pisa c’è, lo Spezia anche, il Sassuolo pure: loro, belle e ricche, sono nel club di chi sa che non è mai troppo presto per iniziare a fare sul serio e ieri, da un campo all’altro, tutte hanno risposto - a distanza - colpo su colpo mantenendo il posto nel grattacielo della serie B. Ma anche al Brescia, per meriti più che per possibilità economiche, piace stare nel club e oggi a Mantova gioca per mantenere un tavolo riservato a proprio nome – o a nome «visionari» – nel privé, in zona esclusiva. L’obiettivo è tenersi agganciati al Sassuolo, al terzo posto conquistato grazie al successo contro la Cremonese. Per farlo, occorre centrare l’obiettivo nell’obiettivo: inaugurare l’era della continuità. Quella che fin qui, facendo le pulci, è l’aspetto che al Brescia è mancato. Serve diventare dei regolaristi. E, dunque, c’è da raggiungere un obiettivo, nell’obiettivo dentro un altro obiettivo: passare da un derby all’altro, passare da casa a una trasferta senza colpo ferire.
Gli ingredienti
Innanzitutto in termini di equilibrio, dimostrando che il bagno di entusiasmo post Cremonese, non ha svuotato di energie (prima di tutto occorre essere grandi nella testa), ma semmai ha funzionato come esempio per far capire cosa potrebbe diventare Brescia se oliata con prestazioni di qualità e spessore a tuttotondo. Nel frattempo però, in base a una classifica sulla quale ci sarà modo di tornare, come piazza risulta all’ultimo posto per rapporto tra numero di abitanti e presenze allo stadio...
Ma ora dedichiamoci all’attualità. Si torna a Mantova per una gara ufficiale dopo 16 anni e le aspettative sfrigolano. Intanto, ci sarà un’atmosfera bellissima dentro uno stadio «Martelli» da quasi tutto esaurito con più o meno 10.000 persone tra le quali oltre 2.500 bresciani. Ci sta, visto il gemellaggio che unisce le due tifoserie. Ed ecco la prima trappola da evitare: serve filtrare l’atmosfera dalla quale assorbire l’entusiasmo senza rimanere appiccicati nella melassa del «volemose bene». Che poi, lo stadio di casa è tra le armi letali dei Possa boys che tra le mura amiche si sono presi 9 punti su 9.
I rischi
E a proposito di rischi: il primo comandamento è quello di non farsi snervare dal palleggio, che nelle migliori giornate sa essere ossessivo, del Mantova. Farsi andare il sangue alla testa, è il primo passo per consegnarsi eventualmente ai virgiliani che come il Brescia contano su uno zoccolo durissimo, che gioca a memoria. E che rispetto alla vittoria del campionato di C, ha aggiunto il minimo indispensabile, vedi Aramu e Mancuso.
Che fare oggi tatticamente? C’è curiosità nell’andare a scoprire se Maran comanderà i suoi di andare a prendere alti gli avversari o se, invece, indicherà di aspettarli: non c’è un solo modo di fare per arrivare allo scopo di non far prendere metri alla manovra avvolgente del Mantova.
Capace poi, anche dentro una stessa partita, di tutto e del suo contrario. Di incassare gol assurdi e poi di rinvenire, macinare, rimediare e ribaltare. Nel derby tra amici anche in panchina, Maran può contare su tutto l’arsenale al completo. Chi già a punto, chi ancora in rincorsa della miglior condizione: ma ci sono tutti. Ed è solo la seconda volta (la prima fu col Frosinone...) che capita.
Varietà e qualità
Questo significa varietà e qualità, possibilità di cambiare più spartiti e disorientare rispetto a quello che sarà, nuovamente, un 4-3-1-2 di partenza. Sarà anche sfida, oltre che generazionale, tra due tipologie di calcio: quello pratico – eppure a volte difficile da decodificare per gli avversari di mister Rolly – e quello di possesso ossessivo del «Possa». Quanti temi, quanto fascino, quante suggestioni. Ma il Brescia vuole che quel tavolo nel privé della serie B oggi risulti a proprio nome. Che derby.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.