Calcio

Ascoli-Brescia: attacchi «simili», diversa concretezza. E occhio alle palle inattive

I dati testimoniano come la produzione offensiva delle due squadre sia pressappoco la stessa: la squadra di Breda, però, concretizza meglio
Brescia rimedia col Genoa la quattordicesima sconfitta - Foto New Reporter Casentini © www.giornaledibrescia.it
Brescia rimedia col Genoa la quattordicesima sconfitta - Foto New Reporter Casentini © www.giornaledibrescia.it
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L’impressione che si ha è che la sconfitta con il Genoa abbia sgretolato il piccolo bottino di «conquiste» che il Brescia aveva accumulato nelle gare precedenti. Di conquiste, e non di punti, che restano pochi e insufficienti. Inevitabile, quando proprio non riesci a vincere. Eppure la squadra di Gastaldello aveva disseminato il proprio terreno con qualche indicatore di crescita: una maggiore pericolosità offensiva, che aveva consentito di interrompere un lungo digiuno di gol, ma anche un miglior equilibrio in fase di non possesso. Una fragile diga frantumata dal fiume in piena genoano, che ha annichilito l’avversario apparentemente col minimo sforzo. C’è una disparità di valori che non si discute, ma anche un campanellino d’allarme che si unisce a quelli che echeggiano già da tempo, e che non può essere ignorato.

Il Brescia conclude di più, ma concretizza meno

Ad Ascoli il Brescia è chiamato a riannodare un filo. Quello dei miglioramenti, piccoli ma costanti, delle settimane scorse. Domani andrà in scena una sfida tra squadre simili nel possesso (50.70% il dato dell’Ascoli fornito da Kama Sport, 50.84% quello biancazzurro) e nel posizionale: i marchigiani hanno un baricentro medio (49.43 metri) leggermente inferiore ai 50.62 metri del Brescia. Sottigliezze. Lo stesso non si può dire della produzione offensiva delle due squadre: 30 i gol segnati sin qui dalla truppa di Breda, che ha il quattordicesimo attacco del torneo, contro i 23 delle rondinelle. Peccato però che, entrando nelle pieghe dei singoli indicatori, tale distanza non ha riscontri totalizzanti. Un paio di esempi: il Brescia conclude di più (10.9 tentativi a partita, contro i 10.57 dei bianconeri), centra più volte lo specchio (3.63 a 3.47), effettua in media più passaggi chiave (2.07 a 1.6). I palloni giocati nell’area avversaria si equivalgono addirittura a livello decimale, 14.73. Si torna, come sempre, al grande refrain di questa stagione: la squadra di Gastaldello ha limiti enormi quando si tratta di finalizzare. La riprova non è contenuta soltanto nell’indice di gol attesi (1.21 per l’Ascoli, 1.09 per il Brescia), ma anche nella percentuale realizzativa sul totale dei tiri effettuati: i bianconeri convertono in gol il 9.15% delle proprie conclusioni, le rondinelle il 7.03%. Peggio di chiunque, in questa B.

Pericolo palle inattive

L’Ascoli ha numeri migliori anche in difesa: 36 le reti incassate in 30 giornate, otto in meno del Brescia, che in B ha subito meno soltanto del Cosenza. Siamo di fronte ad un altro piccolo paradosso, se consideriamo che la squadra di Breda concede addirittura qualche occasione in più (5.07) rispetto ai biancazzurri (4.97). A dispetto di ciò, i tiri scoccati dagli avversari sono 11.93 nel caso del Brescia, e 10.83 in quello dell’Ascoli. Polaroid di una fragilità di fondo che, almeno fino ad oggi, è stata la condanna dei ragazzi di Gastaldello. Che alla sua squadra chiede maggiore incisività sulle palle inattive: l’esempio da seguire è proprio quello dei marchigiani, che con 8 reti da fermo hanno il terzo miglior dato in cadetteria. Il Brescia, penultimo a quota 5, dovrà guardarsi anche da questo pericolo.  

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