Calcio, Prandelli: «Sulle mie dimissioni ricostruzioni inventate»
«Sono passati pochi giorni da una mia decisione sofferta, molto dolorosa, e mi accorgo che probabilmente qualcuno non ha capito il vero senso del mio gesto. Sicuramente una minoranza ma non per questo meno importante, sta riempiendo i canali social di nefandezze, ricostruzioni inventate di fatti mai esistiti».
Cesare Prandelli, ex tecnico della Fiorentina, esprime in una dichiarazione all’Ansa il suo sbigottimento per le ricostruzioni che corrono su internet dei motivi delle sue dimissioni. Negli ultimi giorni, infatti, sono girate nelle chat di WhatsApp dichiarazioni infamanti, pettegolezzi e dicerie che gli avvocati della Fiorentina hanno intenzone di recuperare. Lo scopo è quello di rintracciare i responsabili dei messaggi e la Polizia postale è già al lavoro.«Bisognerebbe stigmatizzare e non dare risalto alla pochezza di spirito dei cosiddetti odiatori da tastiera - aggiunge il tecnico, particolarmente colpito dal gossip spinto che si è scatenato a Firenze - ma c'è un limite e questo limite è stato oltrepassato. Lo devo alla mia famiglia, al club ma soprattutto ai miei calciatori che mai, dico mai, mi hanno mancato di rispetto o hanno avuto comportamenti offensivi nei miei confronti». «Mi appello alla responsabilità di tutti - conclude Prandelli - credete alle verità e non correte dietro a fenomeni senza moralità e etica del vivere civile».
Lo stesso tecnico aveva consegnato le ragioni della sua scelta in una lettera che qui vi riproponiamo.
«È la seconda volta che lascio la Fiorentina. La prima per volere di altri, oggi per una mia decisione. Nella vita di ciascuno, oltre che alle cose belle, si accumulano scorie, veleni che talvolta ti presentano il conto tutto assieme. In questo momento della mia vita mi trovo in un assurdo disagio che non mi permette di essere ciò che sono. Ho intrapreso questa nuova esperienza con gioia e amore, trascinato anche dall’entusiasmo della nuova proprietà. Ed è probabilmente il troppo amore per la città, per il ricordo dei bei moneti di sport che ci ho vissuto che sono stato cieco davanti ai primi segnali che qualcosa non andava, qualcosa non era esattamente al suo posto dentro di me».
«La mia decisione - prosegue l'orceano - è dettata dalla responsabilità enorme che prima di tutto ho per i calciatori e per la società, ma non ultimo per il rispetto che devo ai tifosi della Fiorentina. Chi va in campo a questo livello, ha senza dubbio un talento specifico, chi ha talento è sensibile e mai vorrei che il mio disagio fosse percepito e condizionasse le prestazioni della squadra. In questi mesi è cresciuta dentro di me un’ombra che ha cambiato anche il mio modo di vedere le cose. Sono venuto qui per dare il 100%, ma appena ho avuto la sensazione che questo non fosse più possibile, per il bene di tutti ho deciso questo mio passo indietro. Ringrazio Rocco Commisso e tutta la sua meravigliosa famiglia, Joe Barone e Daniele Pradè, sempre vicini a me e alla squadra, ma soprattutto ringrazio Firenze che so che sarà capace di capire».
«Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne. Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più. Sicuramente sarò cambiato io e il mondo va più veloce di quanto pensassi. Per questo credo che adesso sia arrivato il momento di non farmi più trascinare da questa velocità e di fermarmi per ritrovare chi veramente sono».
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