Una magia di tacco all’esordio con il Breno: la favola di Cretti

Giovanni Gardani
L’ultimo prodotto del vivaio della società di serie D ha deciso con una prodezza alla Mancini la sfida con la Folgore Caratese
Il giovane Giorgio Cretti e l'allenatore Bersi - Us Breno Facebook © www.giornaledibrescia.it
Il giovane Giorgio Cretti e l'allenatore Bersi - Us Breno Facebook © www.giornaledibrescia.it
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Cosa c’è di meglio che esordire in serie D segnando? Beh, per cominciare mettere dentro il gol decisivo da 3 punti. E poi, non bastasse, farlo con una rete che si candida già oggi, a metà ottobre, ad essere la più bella della stagione. Quella di Giorgio Cretti, classe 2006 del Breno, è veramente una favola.

Dal vivaio

Dei tanti talenti lanciati dal vivaio granata in prima squadra (16 in totale in cinque stagioni di D, sei con quella appena cominciata), Giorgio è l’ultimo in ordine di tempo. E dire che il fatto che l’anno scorso fosse finito solo in panchina, senza mai vedere il campo nonostante fosse già aggregato, lasciava pensare ad un treno perso

«Invece mister Bersi - racconta Cretti - mi ha detto di tenermi pronto in settimana. C’era bisogno di un 2006, data la squalifica di Peli, e sabato nella rifinitura ho saputo che avrei giocato. La vigilia non è stata tesa: sono stato in famiglia, con la fidanzata e la mattina della gara ho scherzato coi compagni. Questo mi ha aiutato a stare molto tranquillo».

Di tacco

E in campo s’è visto: buona prova, impreziosita da quel tacco alla Roberto Mancini (Parma-Lazio,1999), su assist di Contessi da sinistra. «Ho visto libero il primo palo, mi sono buttato nello spazio come mi piace fare da mediano (zero gol l’anno scorso in Juniores, ma 4-5 di media a stagione nelle giovanili, ndr) e, per come ero messo col corpo, potevo colpirla solo in modo non canonico, diciamo. Così sono andato di tacco: un’emozione unica sentire esplodere il Tassara e aiutare la squadra. E poi è valso 3 punti con la Folgore, non potevo chiedere di più».

Il modello

Cretti però è più un giocatore ordinato che non da colpi di genio. «E infatti il mio idolo è Sergio Busquets, mediano spagnolo che tocca mille palloni ogni partita ma sa sempre gestirli con qualità».

L’anomalia però se la tiene bella stretta, Giorgio. Ultimo talento di una nidiata granata che, tra gli altri, ha già lanciato negli anni Pelamatti, Trovadini, Sorteni, Recaldini e non solo. Quasi tutti ancora rintracciabili sui campi di D ed Eccellenza.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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