Un Breno cinico e attento manda fuori giri il Legnano
Se i play off sono un grande centro commerciale, allora il Breno ha pescato l’offerta giusta: paziente come i clienti in fila per l’ultimo ritrovato della tecnologia; vorace quando s’è trattato di accaparrarsi la preda; infine spavaldo, quando era il momento di farsi belli.
Costante
Tre scontri play off di fila e se è vero che i punti ottenuti sono 6 e non 9, è altrettanto evidente che, nelle prestazioni (ko con la Caratese compreso), il Breno ha cambiato marcia. Forse proprio al momento giusto, anche se ulteriori conferme sono attese nelle prossime due trasferte, tra Crema e Brusaporto.
Centro commerciale, si diceva, e il parallelo non è campato per aria: perché in un ambiente del genere si trovano porte girevoli e infatti, giocando con i momenti clou della partita, il Breno ha spianato la propria strada, accompagnando fuori (dai binari anche dei nervi) il Legnano, che quando vede i camuni deraglia, con tre ko negli ultimi tre incroci e un passivo di 7 gol a 0 in questo torneo.
Momenti
La sintesi non prescinde da due passaggi: quello di fine primo tempo, quando al 42’ Confalonieri spedisce uno scaldabagno contro la porta di Lollio, rischiando di frantumare la traversa. È vero che è il primo tiro in porta del Legnano sin lì, ma conferma la pericolosità di una squadra sorniona, bassissima a difendere ma pronta a ripartire e armare i singoli. Cinque minuti dopo quella traversa, Goglino fa arrabbiare Tacchinardi perché dal limite non calcia, ma pochi secondi dopo spiega perché: passo del coniglio in mezzo ai due centrali ben piantati e rigorissimo pro Melchiori per l’1-0.
Seconda scena madre del match al 16’ della ripresa, ancora più clamorosa: Confalonieri dentro per Ravasi, che ciabatta il tiro, irrompe Quaggio steso da Tagliani. Il rigore ci starebbe, così come il fuorigioco del numero 21 non ravvisato. Forse errore non patta errore, ma in ogni caso l’arbitro lascia correre e, sul contropiede, liberato da un colpo di petto di Melchiori che gli spalanca il campo, Goglino dal limite stavolta calcia eccome, trova la deviazione di Caradonna e, senza Mauri e Triglia, si conferma l’uomo più decisivo del Breno.
Il Legnano perde la testa, l’allenatore Sgrò va fuori e lo stesso farà Bini, per doppia ammonizione, con Bertinelli che stampa una mossa di karate sul fianco di Cristini e s’aggiunge alla lista nera (o rossa) dei cattivi.
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Ciliegina
Il 3-0 aggiunge fiele per gli ospiti, perché sulla verticale di Brancato, Tanghetti sbuca dietro l’ultimo uomo e non frena la corsa sbattendo su Tamma, dopo di che il 27 riprende palla (col portiere che è comunque già in piedi) e imbuca il tris. Gara decisa dall’arbitro, diranno a Legnano. Ma il giudizio è troppo ingeneroso verso un Breno che ha incartato il possesso palla sin dall’inizio, scartando i gol al momento giusto. E se una volta tanto l’arbitraggio dice bene ai camuni, diciamo pure che è questione di karma.
La gara, peraltro, negli episodi non da punto esclamativo, ha confermato un Breno sempre avanti: dal tiro di Melchiori fuori di poco al 32’, alla botta sempre di Melchiori al 5’ del secondo che sibila vicina all’incrocio, al miracolo di Tamma al 12’ su Pelamatti, dopo l’ennesima palla dentro di Goglino. Mondini ribadisce il concetto impegnando tre volte negli ultimi cinque minuti Tamma e quando anche Ravasi e Quaggio spaventano Lollio, il risultato è acquisito. Troppo netto per accampare scuse e definirlo immeritato.
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