Serie D: Breno, risalita congelata: ripreso dal Sona sul ghiaccio
D’accordo che questo 2021 è benedetto per i centometristi di casa nostra, ma la tattica del puntare tutto sugli sprint, nella parte finale di campo, di Triglia e Mauri, ieri a Breno, ha funzionato una volta sola. Quella del gol del vantaggio contro il Sona, poi stop. E finisce 1-1. Anche perché la velocità di base, comunque buona, dei due attaccanti è stata messa a dura prova dal fondo ghiacciato del «Tassara», che si conferma - per il quarto campionato di fila tra Eccellenza e serie D - un problema per il gioco di Tacchinardi.
Dal campo
Sotto la tribuna, dove non batte mai il sole, si pattina più che correre, ma in generale l’intero manto erboso è un fattore che mette in pericolo l’equilibrio - anche tattico - del match più dei singoli. Ne esce un primo tempo soporifero, con due-tiri-due, e una ripresa più accelerata, per quanto figlia di episodi e di marcature tradizionalmente più lunghe con l’acido lattico che si accumula. Breno-Sona, nel primo tempo, è un’anomalia: i locali abituati a fare possesso e, quando non ci riescono, a pressare alti per conquistare palla, si adeguano al campo e aspettano. Al Sona, però, vengono concessi solo lanci lunghi con i tre della difesa: i piedi non sono sopraffini come quelli di un trequartista e, in ogni caso, la marcatura preventiva e il raddoppio all’occorrenza funzionano.
Il Breno, invece, coglie l’attimo nell’unica zona di campo dove il ghiaccio non guasta la festa: sul corridoio centrale Boldini recupera palla dopo averla persa e serve Triglia, che innesca lo scatto di Mauri. Tre passaggi, tutti in verticale, l’ABC del calcio. Barellini viene bruciato come Dal Bosco: è 1-0.
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Reazione a distanza
Il Sona, inviperito da due ko di fila, impiega un tempo a reagire: tanto che non capisci se il suo non-gioco sia figlio di frustrazione o pazienza. Nel mentre al 46’ Melchiori tenta la volèe, Angelini ha la palla comoda per il rinvio ma ha troppa fretta e spara su Mauri, che cerca Triglia. L’11 cade sul contrasto di Marchesan in pressione, ma il rigore non sembra esserci. La ripresa è un’altra storia: che per il Breno inizia con il lupo cattivo. Dopo una parata plastica su Toskic dai 25 metri, e dopo avere sballato l’uscita su zuccata di Barellini alta, Tota non usa le molle per lanciarsi, battezzando fuori lo spiovente di Girma, che invece lo infila centralmente.
Schermaglie
Segue una lunghissima pausa di riflessione, prima di una tempesta concentrata in cinque minuti, i migliori di un match anomalo, con la voglia di vincere che fa a pugni con la prudenza e così cementa le squadre nel mezzo. Sulla seconda azione in linea Melchiori lancia Triglia, che fa la torre per Mauri: botta velenosa che Dal Bosco disinnesca in angolo. Siamo al 30’ e tre minuti dopo Girma tocca il secondo pallone del match, servendolo docile per il tocco al volo di Di Nardo, che Tota sventa, mendando parzialmente l’errore precedente. Seguono l’inserimento di Pelamatti murato da Gobetti e soprattutto il contropiede 3 contro 4 che Valbusa spreca davanti a Tota. Poi si prosegue con la palla più in volo che raso: così vedere bel calcio è dura.
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