Serie D, Breno paga la partenza falsa: a Crema è sconfitta
Lo spiega anche quell’aforisma cinese: fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. E in effetti, nella trasferta di Crema amara per il Breno, contano più venti minuti, quelli iniziali, rispetto ai restanti settanta. Una partenza per deragliare, tutto quel che rimane per provare a rimettersi in carreggiata, sapendo però che il binario della partita - con questo Crema che con pieno merito si può considerare la squadra più in forma di questo febbraio (cinque vittorie nelle ultime sei partite) - era ormai morto.
La cronaca
Il Breno ha giocato? Se la risposta si lega al possesso palla, allora probabilmente sì. Ma l’impressione è che questa volta la squadra granata si sia affidata troppo agli spunti dei singoli (Goglino ispirato, Mauri molto meno) e troppo poco alla manovra, che pure con Arconatese e Legnano aveva portato lontano. Il Breno regala, il Crema non si fa pregare e soprattutto non (si) concede il cosiddetto quarto d’ora accademico: dopo che Mandelli mira l’angolo lontano sfiorando il palo al 6’ su assistenza di Ferretti, il campanello d’allarme dovrebbe suonare al 10’ ed essere più che sufficiente per svegliarsi: perché quando Nolaschi tocca corto indietro per Lollio e Bigotto, saltando il portiere, manca clamorosamente la porta vuota, lo spavento dovrebbe bastare. Invece no: passano 100 secondi e sul cross di Poledri, Lollio aspetta che la palla gli piova addosso, invece Cesarani si inserisce e spacca in due la partita con l’1-0. Sarebbe ingeneroso prendersela solo col portiere, che di certo stavolta sbaglia, ma in ogni caso è tutto il Breno a sonnecchiare. Anche in avanti quando Goglino lancia Tanghetti in campo aperto, con il 27 che si perde in un dribbling di troppo. Al 19’ qualche dubbio pro Breno ci starebbe, a dirla tutta: taglio di Ndiour a sinistra, cross per Tanghetti, anticipato da Solerio che però nel rimpallo fa scappare la sfera verso la rete. Il salvataggio è prima o dopo la riga di gesso? Il Breno non fa in tempo a chiederselo che Poledri e Cerri in sovrapposizione si mangiano Nolaschi, regalando a Mandelli il 2-0 su palla arretrata, con i centrali in ritardo. Così è durissima, anche perché il Crema è di ferro nei contrasti e nel modo in cui tiene strette le linee.
Eppure il Breno inizia a viaggiare meglio (peggio era difficile). Melchiori si accentra e manca la porta, poi su pressing finalmente vincente di Sampietro, ancora Melchiori prende punizione dal limite, con Mauri che non ha il piede caldo. I timidi segnali camuni dopo un brutto fine tempo passano inoltre dalla conclusione centrale di Ndiour e dalla botta di Tanghetti sull’esterno della rete dopo punizione di Tagliani respinta. Crescita. Il secondo tempo è inversamente proporzionale al primo: cioè il Breno gioca bene all’inizio, prima di sparire. Goglino su azione personale trova una deviazione, Tanghetti col giro da destra sfiora il palo. Si tratta quasi esclusivamente di azioni personali, col Breno che dimentica le trame palla a terra. L’unica all’8’ passa dal triangolo Melchiori-Goglino-Melchiori con Ziglioli che esce ed evita che la gara si riapra. Da qui al 42’ la gara diventa terra di nessuno, con Mauri e Gasperoni protagonisti degli ultimissimi fuochi fatui…
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato