Ciliverghe, per la finale di Coppa Italia serve una vera impresa
Per credere all’impresa la prima regola potrebbe essere affidarsi al fattore campo. Non per un discorso di tifo, anche se il Ciliverghe ha scelto di consentire l’ingresso libero a tutti per avere la spinta dei suoi tifosi, ma proprio di morfologia del terreno di gioco.
Sul sintetico
«Casa Cili» è quanto di più diverso vi sia dall’impianto di Salsomaggiore, dove i locali quindici giorni fa vinsero alla grande (3-0) con un primo tempo contrassegnato da gioco arioso, cambi di campo e cross. Oggi alle ore 15, col sintetico abbastanza stretto, adatto alla fisarmonica palla a terra di Volpi e assai meno alla fisicità dei parmensi, potrebbe ispirare davvero una rimonta che resta proibitiva e sconfinerebbe nell’epica (4 gol, senza subirne: con i gol in trasferta che valgono doppio è più «semplice» nell’altra semifinale provarci per l’Ossese dopo il 3-1 subito a Barletta).
Rivali
Non è nemmeno un caso che il Salsomaggiore abbia un rendimento nettamente migliore in casa piuttosto che fuori, dato che sul campo amico ha perso soltanto due volte, e una giusto domenica quando la testa era a questa semifinale di ritorno. Insomma, nessuno crede sia facile ma, anche col rientro di Contri a dare man forte alla difesa, non è nemmeno giusto partire battuti. «Se ce ne hanno fatti loro tre in mezz’ora, anche noi possiamo fargliene tre in 90 minuti»: il mantra di Volpi è una speranza e assieme un piano partita. Si può fare?
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