Breno rimontato e beffato al 91’: i play off sono ora una chimera

Subito avanti con Triglia i granata subiscono la risalita del Real Calepina che trova il 2-1 nel recupero
Il Breno (nella foto Mauri) va ko al Tassara con il Real Calepina - Foto Facebook Breno
Il Breno (nella foto Mauri) va ko al Tassara con il Real Calepina - Foto Facebook Breno
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Una lezione evidentemente non era bastata. Il problema è che per imparare la seconda (di fila), il Breno avrà tempo ora fino a fine campionato. Soltanto l’aritmetica è materia nella quale i camuni, almeno se valutati sulla rincorsa play off, non vengono bocciati.

Per il resto le speranze si fermano in un sabato piovoso, contro una squadra - il Real Calepina - che si preannunciava rognosa ed è stata cattiva, oltre il lecito in qualche fallo (con un arbitro troppo all’inglese) e nel senso più sportivo del termine per come ha aggredito la gara. Spiace riavvolgere il nastro, ma il 2-0 alla capolista Sangiuliano di inizio aprile doveva essere la spinta verso l’Everest della post season e invece è risultato una botola nella quale il Breno è stato risucchiato.

Si era fatto di conto per 7 punti tra Castellanzese, Leon e Real Calepina: ne è arrivato uno solo. E d’accordo che le tabelle portano jella, ma stavolta i granata ci hanno messo del loro (più che nelle due precedenti uscite).

Il pomeriggio parte in discesa: rinomato per la fase difensiva, il Real Calepina si perde sulle sinuose curve disegnate da Goglino, che al 7’ a sinistra si ferma e poi sgasa, saltandone tre e centrando per Melchiori: il tocco più semplice, quello del 10, esce male (e dalla porta) quando il più sembrava fatto; non ci si dispera perché Ndiour riconquista palla e spara; il tiro non sembra un granché, ma Triglia la devia di suola e fa 1-0.

Strano ma vero, il gol a freddo segnato frega il Breno, che da lì in avanti non calcerà più in porta, fatta salva una punizione centrale di Goglino al 23’ della ripresa. Così vincere è difficile, anche se dove non arrivano le marcature c’è Lollio, che ferma Tirelli liberato al vertice destro al 9’. Il Breno attacca solo a sinistra, il Real Calepina fa lo stesso e quando Ndiaye temporeggia e serve Raccagni il pari sembra cosa fatta al 14’, ma Ndiour salva in spaccata.

Dopo un quarto d’ora di ritmo, ecco la riflessione: con un paio di sveglie, ossia la conclusione dai 25 metri di Daniele Pozzoni parata a mano aperta da Lollio e la mancata ammonizione quando al 44’ Triglia va via a Paris al limite e viene steso. Caduta. Non un gran primo tempo, ma la ripresa è pure peggio: il Real Calepina affonda e poi al 6’ il Breno si fa male da solo, quando Perez inciampa in uscita nell’appoggio su Mondini e regala a Mehic la possibilità di disegnare il corridoio per Ndiaye che fa 1-1.

Il Breno reagisce? Sì, ma non incanala le energie nel verso giusto perché, sotto ritmo, si limita a riconquistare il possesso. Non le occasioni: Raccagni al 13’ sbuca dietro Nolaschi su cross di Ndiaye e lima il palo lungo; Daniele Pozzoni, invece, al 46’ col piattone batte Lollio dopo un lancio di Belotti sporcato da Piras e non spazzato da Nolaschi. Finisce 1-2, come con il Leon nel tempo di recupero. Ma a dire il vero una differenza c’è: all’epoca il Breno giocò in dieci per ben 75’, ieri no. E questa è una aggravante.

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