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Brescia: una rosa (almeno) da play off

Erano anni che il Brescia non usciva dal mercato così competitivo: presi diversi rinforzi e tenuti i gioiellini di casa.
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Chi storce naso e bocca, perché l’ultimo giorno di mercato non ha partorito il botto in casa Brescia, ha forse qualche problema con la memoria. O finge di non accorgersi che finalmente è iniziata una nuova era in casa biancoazzurra, più ambiziosa dopo anni di patimenti. Cellino non ha costruito la squadra più forte del campionato? Vero, ma quale presidente (senza il paracadute economico) nella storia del calcio moderno - dove ormai non tutti i club a inizio stagione partono alla pari - è mai riuscito a ribaltare una rosa che l’anno prima si è salvata all’ultimo secondo dell’ultima giornata rendendola la più attrezzata del lotto?

Il Brescia che esce da due mesi e mezzo di mercato intenso, pianificato, dispendioso, è comunque una squadra che può quantomeno puntare ai play off. E già questo è un bel risultato. L’ultima volta che le rondinelle lottarono per salire in serie A fu nella stagione 2012-13 quando vennero eliminate immeritatamente in semifinale dal Livorno e fu quello un campionato marchiato a fuoco dai capolavori tattici di Sandro Calori, dato che in partenza la rosa non era affatto da primi posti e a gennaio venne addirittura indebolita (ricordate la cessione di Salamon rimpiazzato dalla meteora Maxi Arias?).

Romagnoli, Carillo e Belkheir non sono nomi che scaldano la piazza, ma quello che doveva fare il Brescia l’aveva già fatto ancor prima di partire per il ritiro (e anche questo modo di operare l’avevamo ormai tristemente scordato...). Presi il vicecapocannoniere (Donnarumma) e il miglior trequartista (Tremolada) del campionato scorso, giocatori di sicura affidabilità come Alfonso e Sabelli, riportato a casa un talento come Morosini, tenuti i gioiellini Tonali, Bisoli e Ndoj, spesi oltre 5 milioni di euro quando ormai l’abitudine è acquistare in prestito o a parametro zero, Cellino e Marroccu meritano un voto non inferiore al 7-7,5.

Ci sono almeno due giocatori per ruolo: buono (a tratti ottimi) il livello dei titolari, discreto quello dei panchinari. Quando arriverà l’agognata serie A? «Al momento giusto, senza ossessioni», dice Cellino. Intanto sono state messe le basi. Fiducia e pazienza è ciò che Brescia deve mettere sul piatto, avendo sopportato in passato mercati ben più tristi...

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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