Brescia tra concordato in bianco e Fondazione
Lo strumento del concordato in bianco per chiudere la strada che porta al fallimento. Azionariato: voi partecipereste?
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Niente soldi per gli stipendi, altri due punti in meno in classifica. Per il Brescia calcio è sempre crisi nera. Serve un piano B.
Lo strumento che s’intende utilizzare è quello del «concordato in bianco», una sorta di «traghetto» che blocchi eventuali azioni dei creditori, chiuda la strada all’ipotesi di un fallimento e offra alla società in crisi un tempo ragionevole per proseguire con l’attività sportiva, elaborare un piano di rientro dei debiti e lavorare a nuove soluzioni.
Il «concordato in bianco» prevede inoltre che un professionista terzo attesti la veridicità dei dati aziendali e il piano di rientro, ma soprattutto prevede che quel piano sia valutato dal Tribunale. L'operazione, però, è subordinata alla presenza di liquidità nella cassa del club.
Intanto Palazzo Loggia prosegue nella sua diplomazia sotterranea con il mondo imprenditoriale bresciano per verificare se esistano disponibilità ad un impegno. E, contemporaneamente, lavora allo statuto di quella Fondazione di partecipazione che favorisca l’azionariato popolare e si proponga come soggetto in grado - assieme ad altri - di dire la propria sul futuro della società.
Si pensa, a tal proposito, di proporre quote popolari, da mettere a disposizione degli interessati singolarmente o a pacchetti. Quote, per intenderci, anche di 100-150 euro.
L’azionariato potrebbe diventare «stampella» per qualsiasi progetto serio di rilancio si presentasse sul tavolo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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