Brescia, panchina nel caos sospesa tra Inzaghi e Corini
Tutto questo non è un film, ma se lo fosse perlomeno avrebbe un senso e avrebbe il pregio di poter essere avvincente. Ma tutto questo invece è tremendamente vero e ci sono pure punti di contatto con quanto avvenne a febbraio con la tristemente famosa vicenda dell’«esonero non esonero». E come andrà a finire è ancora tutto da vedere in un contesto di riunioni fiume, concitazione, pareri legali, mediatori, indiscrezioni d’ogni sorta: in un mix che unito al dilatarsi dei tempi è tale dall’aver portato a una situazione imbarazzante. Siamo al punto di un «non punto».
In una specie di ginepraio
Ci eravamo lasciati con il Brescia intenzionato a raddrizzare il piano inclinato sul quale sta scivolando la squadra e quindi a licenziare Pippo Inzaghi. Optando per il colpo di scena di un ritorno in grande stile, da vincitore dopo il brutto epilogo di due anni fa, di Eugenio Corini. Ci eravamo lasciati anche con una trattativa avanzata con quest’ultimo, ma con ancora tanti nodi da sciogliere compreso - oltre alla situazione personale e del suo staff da garantire - lo scioglimento del contratto in essere con il Lecce.
Ci eravamo anche lasciati con Massimo Cellino questa volta intenzionato a passare sopra come un caterpillar alla cosiddetta clausola di salvaguardia che già a febbraio consigliò il Brescia di desistere dalla volontà di rimuovere Inzaghi dal suo incarico (in realtà venne rimosso, la lega accettò l’esonero) e di far tesserare Diego Lopez con il tentativo che si infranse sull’uscio degli uffici del settore tecnico federale.
Ma questa volta il club di via Solferino ha deciso di forzare a ogni costo: compreso quello di subire una causa in altre sedi (al collegio arbitrale) da parte di Inzaghi, deciso a far valere le proprie ragioni. Non è la causa a spaventare il Brescia: semmai, la possibilità che un’altra volta - nonostante pareri positivi ricevuti e garanzie di fattibilità - il settore tecnico non accetti un nuovo tesseramento per un altro scacco matto al club.
La cronaca della convulsa giornata di ieri
Ieri mattina dopo la sospensione notturna, la trattativa con Corini è ripartita. L’allenatore di Bagnolo - scelto perché ritenuto l’uomo ideale per ridare slancio a squadra, ambiente e sogno serie A - è sempre rimasto nella sua casa di Verona e per lui sono andati avanti i suoi rapprensentanti: l’avvocato Alessandro Calcagno (che rappresentò, vincendo, Mario Balotelli nella causa contro il Brescia) e Alessandro Ruggeri, intermediario che lavora con gli agenti di Corini, ma molto vicino anche a Cellino. È stato lui (rimasto coi dirigenti in sede fino a tarda ora) ad aprire la strada alla possibilità di una incredibile riappacificazione.
Avvenuta in tutto per tutto: tanto che il Brescia, all’allenatore della trionfale promozione, ha proposto un contratto per questi pochi mesi e il prossimo anno più rinnovo automatico di un altro anno in caso di serie A. Poi si è dovuti entrare nel merito di tante situazioni - relative anche allo staff di Corini - da sviscerare, oltre al fatto che Corini doveva trovare l’accordo di uscita dal Lecce. Di buonauscita anzi. La giornata è stata fatta di molti alti e bassi e dopo il buon ottimismo del mattino, più volte il tavolo ha rischiato di saltare. Ma arrivando a sera, anche se nessuno ha voluto confermare, le notizie portavano a una quadra indicativamente trovata. Con un segnale indicativo: lo storico preparatore atletico dello staff di Corini, Salvatore Sciuto che nel frattempo si era accasato al Pordenone, ieri ha rescisso col club di Lovisa per ricongiungersi con mister Eugenio la cui trattativa col Lecce con ottenimento di un riconoscimento economico intanto era andata a buon fine.
Inzaghi oggi dovrebbe essere al campo
Nel frattempo, la seduta d’allenamento che era prevista per il primo pomeriggio a Torbole era stata annullata e poi aggiornata, ieri a tarda sera, per oggi alle 15. E tra i convocati c’è anche Inzaghi: non potrebbe non essere così. E qui arriviamo al fronte dello spinoso esonero. È qui che ancora una volta può crollare il castello sulla testa del Brescia. Nonostante tutte le rassicurazioni infatti, non è ancora davvero certo l’orientamento del settore tecnico: l’attesa è tutta nel capire se questa volta un nuovo tesseramento verrà accettato oppure no. Il tema (con Corini solo spettatore interessato: si sarebbe trovato un modo per farlo sentire tutelato a prescindere tutto) è ancora quello, mentre la posta in gioco è altissima e in ballo c’è una stagione che ci si sta giocando sul filo dei nervi e anche della credibilità.
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