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Brescia, Pajac e i 126 cross: «È una questione di fiducia»

In vista della sfida di sabato della Rondinelle con il Vicenza, l'esterno croato commenta la sua stagione a Brescia
L'esterno croato Marco Pajac - © www.giornaledibrescia.it
L'esterno croato Marco Pajac - © www.giornaledibrescia.it
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«Per favore, non domande difficili», chiede all’inizio della conferenza stampa. Richiesta strana, per un giocatore abituato a fare cose complicate. Dodici partite su dodici turni di campionato. Tre assist, un gol, su rigore, ad Ascoli. Se a inizio stagione lo spot di sinistra in difesa pareva un punto critico nella formazione del Brescia, adesso proprio da quella parte del campo le rondinelle capoliste in serie B fanno partire alcune delle loro manovre più pericolose.

Merito dell’esterno croato Marko Pajac, alla sua seconda stagione in biancoblù, oggi punto di riferimento praticamente inamovibile negli equilibri di Inzaghi. Di certo non il migliore dei giocatori in fase difensiva ma, in categoria, efficace come pochi quando si tratta di proporre gioco. E, soprattutto, traversoni.

Il giocatore ha parlato in conferenza stampa a Torbole. Nel suo mirino, e in quello del Brescia in generale, c’è la sfida di questo sabato, 20 novembre, alle 18.30 a Vicenza. Un’occasione golosa, per la Leonessa, per ribadire il proprio ruolo di dominio in cadetteria.

La conferenza stampa a Torbole con Pajac
Lo farà, ancora, puntando sui cross liftati di Marko Pajac. «Sono contento di aver dato buone risposte fin dall’avvio della stagione - afferma -. E l’unico luogo in cui dare le risposte è il campo. Il nostro gioco inizia da dietro e mi permette di allungare rapidamente oltre la linea di centrocampo. In queste situazioni diventiamo molto spesso pericolosi».

Con 126 cross efficaci da inizio stagione, è in testa alle classifiche dei principali campionati europei. «Chiaro che mi faccia piacere, ma di fatto è solo una statistica. Devo comunque ringraziare i miei compagni. È anche in virtù dei loro movimenti che posso sviluppare questo tipo di gioco».

In Italia dal 2016, ha girato tra Cagliari, Benevento, Perugia, Empoli e Genoa, prima di approdare al Brescia. «Solo a Benevento - ricorda Pajac - ho giocato da esterno alto. Per il resto ho quasi sempre fatto parte di una difesa a quattro. Credo, col tempo, di essere comunque migliorato anche sul piano difensivo».

Tra le giocate migliori della stagione fin qui, il cross per Moreo allo scadere per il 2-2 a Frosinone, e la palla - sempre per Moreo - da cui è nato il gol-partita col Pordenone. «Sono palloni difficili per le difese. Non semplici da respingere. Ma, in entrambi i casi, Moreo ha compiuto bellissimi movimenti verso la porta. Sono stato bravo a sfruttare lo spazio che mi è stato concesso dalle difese. Tanto o poco che fosse».

Si può dire che proprio a Brescia si sta mettendo in mostra il miglior Pajac di sempre? «È una questione di fiducia. La sento da parte della società, del presidente, dell’allenatore, della città. Messo nelle condizioni di dare il meglio, sono molto felice di rispondere presente».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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