Brescia-FeralpiSalò: scocca l’ora del derby dei «due mondi»
Così vicini, così lontani. Così diversi. Tanto che Brescia-FeralpiSalò si può persino arrivare a definirlo come il derby dei «due mondi». Che però trovano il modo di mettere d’accordo un mucchio di bresciani che hanno scelto di trascorrere un venerdì sera diverso: tutti allo stadio. E stavolta non è solo uno slogan un tanto al kg visto che già ieri sera era stato oltrepassato il muro delle 10.000 presenze. E andrà anche meglio - battendo il record di presenze della scorsa stagione - al vecchio «Riga» visto che anche oggi (dettagli nella pagina a destra) i biglietti sono in vendita.
Perciò, derby o non derby - il dibattito ha tenuto banco per tutta la (corta) settimana - il popolo bresciano ha comunque decretato l’inedito, soprattutto storico, Brescia-FeralpiSalò come una sfida tutta quanta da vivere. Tra interessati veri, duri e puri, desiderosi da una parte o dall’altra di marcare il territorio calcistico, e semplici curiosi. Così, per vedere l’effetto che fa. A ogni modo, è una situazione da tappeto rosso che godrà pure della clemenza di un meteo d’altra stagione. Dunque, non resta che attendersi che le due squadre onorino una serata da «io c’ero», ognuno con i propri sentimenti e i propri desiderata in tasca o in fondo al cuore.
Il derby dei «due mondi», è quello che si gioca nella differenza che c’è tra chi trasuda tradizione da una parte e tra chi in appena 14 anni e con un bacino d’utenza «piccolo così» ha scalato le gerarchie: per rapporti di forza, storia, seguito eccetera eccetera eccetera, è il classico - o banale che dir si voglia - Davide contro Golia.
Sono due mondi anche a livello di modello organizzativo dei club, sono due mondi anche nella visione dei due dominus, Massimo Cellino - che mantiene il riserbo sulla sua presenza o meno, ma alla fine ci sarà...- e Giuseppe Pasini per il quale l’essere arrivato a guadagnarsi una sfida ufficiale a Mompiano è un traguardo e che questa sera in tribuna capeggerà una folta schiera di tifosi/simpatizzanti verdeblù in tribuna. Per metterci un pochino di pepe, possiamo anche visualizzare il «confronto» tra presidenti come una specie di virtuale resa dei conti dentro un rapporto - lo abbiamo già sviscerato - mai nato, giusto abbozzato e perlopiù di mera circostanza. Tanti temi, tanto materiale «a tavolino», tante rivendicazioni sottotraccia. Ma poi, in fondo alla coda arriva quella che poi è l’essenza, nonché l’unica cosa che conterà a partire dal fischio d’inizio che l’arbitro Di Marco darà alle 20.30: il campo. Sul quale tutto verrà scritto.
Premesse
È pleonastico sottolineare come tutta la pressione sia sulle spalle che indosseranno i colori di un Brescia che se vincerà avrà soltanto fatto il proprio dovere. Viceversa la squadra di Gastaldello correrebbe il rischio di andare a vivere una sosta tra musi e malumori. Il confine tra il far decollare in maniera decisa - dopo tre pari di fila - un progettino potenzialmente molto interessante e iniziato piuttosto bene e il dare un pericoloso calcetto al secchio del latte, è molto sottile. Dall’altra parte, c’è una FeralpiSalò in serata da underdog dentro una stagione da underdog, che è già nella condizione di non potersi permettere di fare distinguo tra avversarsi e che per dare una raddrizzata a un approccio di stagione da incubo - i numeri inchiodano i verdeblù - hanno bisogno di trovare altro rispetto a pacche sulle spalle: hanno bisogno di trovare punti. Di raffa o di raffa. Crescita e consapevolezza, sebbene per fini opposti, è quanto in ogni caso serve di qua come di là.
Il derby dei due mondi è quello nel quale va anche in scena il confronto tra la difesa meno battuta (anche se il dato è parzialissimo, il Brescia ha giocato tre gare in meno) e quella invece - a pieno regime di gare disputate - più perforata. Un gol subito, peraltro con un pizzico di sfortuna, contro 15. In qualcosa si somigliano il Brescia e la FeralpiSalò entrambe ancora di una identità ben definita: nella fatica di andare a segno tra difficoltà assortite di qualità nella costruzione o mancanza di cinismo. Quello che c’è di bello è che tutte le chiacchiere, tutte le premesse, tutte le previsioni a tavolino tra poche ore staranno a zero: non resta che viversela e godersela una serata così.
Da due mondi.
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