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Brescia, due settimane di fuoco con il poker della verità

Da sabato 16 ottobre all’1 novembre le rondinelle affrontano Perugia, Cremonese Lecce e Benevento
Mister Pippo Inzaghi - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Mister Pippo Inzaghi - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Stop. And go. A tutta velocità. E dopo la sosta, ad attendere al varco il Brescia c’è sì prima di tutto il Perugia, ma allargando il raggio un mini ciclo di fuoco che prevede in due settimane (16 giorni per la precisione) i confronti - oltre a quello con gli umbri - con la Cremonese (sabato 23), il Lecce (giovedì 28) e il Benevento (lunedì 1 novembre). Un poker della verità? Viene difficile onestamente non inquadrarlo così. Nel «quadrilatero» della suddetta verità il Brescia entra sulla scorta di tantissime certezze e qualche dubbio. Quelli emersi dalla partita con il Como, ma che già iniziavano a sorgere - andando a ritroso - con Ascoli, Frosinone e Crotone.

La situazione

Sulle certezze del Brescia abbiamo sviscerato tutto, mettendo in evidenza la grande qualità - e i grandi numeri - di un attacco da record dentro al quale si nascondono tanti altri record. Ma non soltanto sul potenziale offensivo - che forse nemmeno abbiamo ancora scoperto fino in fondo - può vivere una stagione nella quale il Brescia punta a festeggiare. E la tastiera va dove il dato duole: ovvero sui 12 gol subìti in 7 partite. È un dato «da Brescia», ma non certamente da squadra di Inzaghi che tuttavia dai tempi delle vittorie in campionato con Venezia e Benevento ha sviluppato la sua idea di calcio, passando da una proposta più prudente a una decisamente più coraggiosa e spregiudicata. Inoltre, rispetto ai tempi vincenti al Benevento - per rimanere solo sulla serie B -, il tecnico piacentino qui ha a disposizione una rosa con un’età media più bassa di circa tre anni. Significa che il talento, non è supportato da un’omogenea esperienza.

Le dinamiche

Un calcio diverso, una rosa diversa: elementi con i quali Inzaghi sta facendo i conti nella doverosa ricerca di un certo equilibrio. Che passa anche da (ardite) esperienze tattiche come quella messa in atto contro il Como e accentuata nella sua non riuscita da cambi non azzeccati. Il Brescia, già non brillante di suo in tanti singoli, ha pagato dazio non capendo a esempio che sul 2-2 ci si sarebbe dovuti fermare lì. Ma almeno, si sono visti tutti i limiti e si è visto chiaro dove andare a mettere meno per cercare di mantenere un’impostazione ultra propositiva, ma allo stesso subire meno. Mettiamoci poi che ormai ogni allenatore ha capito come andare a «menare». Un subire meno che a ogni modo non può che passare da nuovi accorgimenti che portino la vulnerabile difesa ad avere una maggior protezione.

Col Como, Inzaghi per circa un’ora ha giocato con l’assetto a due punte e le due punte ha provato anche in una parte del test con la Primavera martedì sebbene non in un 4-4-2 (4-2-4) come nel 2-4 col Como, ma in 4-3-1-2: potrà essere una specie di ritorno al passato una possibile chiave? È tutto nelle mani e nelle idee del tecnico che deve andare oltre il concetto della storica vulnerabilità di questa squadra e persino alla dipendenza da Cistana (se Cistana sta bene tutto gira meglio, se sta così così come nelle ultime due gare le conseguenze sono lì da vedere): è una sfida nella sfida per mister Pippo. Alla vigilia di un emozionante poker.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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