Moore: «Sì, la Germani è la mia seconda casa»
«Voi non lo vedete, in allenamento. Ma sta crescendo moltissimo, e negli ultimi giorni sembra un professore di pallacanestro». Erano le parole di coach Alessandro Magro su Lee Moore alla vigilia di Germani-Fortitudo Bologna, gara giocata domenica scorsa e vinta da Brescia per 97-81.
In quella partita, con 14 minuti in campo, Moore ha messo in fila 10 punti, tre rimbalzi e due assist. Oltre ai numeri, è stato convincente nell’approccio alla gara. Un po’ meno portatore di palla, un po’ più esterno «di rottura», di «cambio di ritmo». Ieri l’americano è stato ospite di Basket Time, programma condotto da Jacopo Bianchi su Teletutto.
Tra i vari temi, è stato toccato anche quello del suo impiego sul parquet, e dei relativi aggiustamenti dalla pre-season a oggi. «Non importa quale sia il compito che l’allenatore mi affida - ha affermato Moore -. Ciò che conta è trovare il modo per far sì che il mio gioco porti giovamento alla squadra».
Una delle chiavi del ritorno di Lee all’ombra del Cidneo è proprio Alessandro Magro. Che era vice di Diana nel corso della prima esperienza dell’esterno oggi ventiseienne a Brescia, tra il 2016 e il 2018. Era anche la sua prima volta in Europa. L’attuale head-coach della Germani l’ha voluto con sé anche la passata stagione, in Polonia, al Dabrowa Górnicza (in mezzo, le esperienze in Germania al Mitteldeutscher Bc e con la maglia degli argentini dell’Atenas Córdoba). «È stato il primo allenatore a prendermi sotto la propria ala - racconta Moore -. Il primo che mi aiutò ad ambientarmi nell’anno da rookie. Avevamo lavorato bene in quei due anni a Brescia, e lo stesso abbiamo fatto in Polonia. È una persona sincera e diretta. Con lui mi trovo bene in campo, ma pure fuori. E, sì, per me Brescia inizia a essere davvero una seconda casa».
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