La magia dell'Nba vissuta a New York il giorno di Natale
Ci sono pochi luoghi al mondo che incarnano lo spirito del Natale come può permettersi di fare New York. La «Città che non dorme mai» si ferma soltanto una manciata di giorni all’anno, e uno di questi è proprio il 25 dicembre.
Il frenetico scintillio però non si spegne, anzi se possibile aumenta, calandoci direttamente in un set cinematografico. Le tappe della tradizione: l’albero di Natale al Rockefeller Center, il winter village a Bryant Park, le case decorate a Dyker Height, lo spettacolo di luci da Sacks, le vetrine di Macy’s e le Rockettes alla Radio City Music Hall.
A questa lista è doveroso aggiungere una tradizione sportiva cominciata nel 1947, la partita dei Knickerbockers al Madison Square Garden. Non è un appuntamento fisso come i sopracitati, ma difficilmente la NBA si è fatta scappare l’occasione di accendere i riflettori sulla «World Most Famous Arena» il 25 dicembre.
Per la gara di Natale numero 46 al Garden è stata scelta la rivincita della serie di play off giocata la scorsa stagione tra Knicks e Hawks. Solitamente essere accreditati ad una partita NBA permette l’ingresso al palazzetto 3 ore prima della gara, l’accesso agli spogliatoi e la possibilità di parlare liberamente con i giocatori fino a 30 minuti dalla palla a due, ma purtroppo con la pandemia che ha caratterizzato le ultime 2 stagioni sono cambiate anche le disposizioni.
L’ingresso media si trova all’angolo tra la 8th Ave e la 33rd St, sostanzialmente dalla parte opposta rispetto al celebre ingresso principale, ed è riconoscibile grazie ad una tenda blu molto simile a quelle delle steakhouse newyorkesi.
Dopo i controlli di rito vieni accompagnato da uno chauffeur in camicia bianca e giacca bordeaux all’ascensore che permette ai giornalisti di muoversi comodamente all’interno del MSG.
La prima tappa è la media room con le postazioni di lavoro nominali, montagne di statistiche a disposizione, televisori in ogni angolo, il buffet e la mappa dei posti a sedere. Seguono due passi a bordocampo per osservare le stelle da vicino, ma soprattutto per vedere che effetto fa dal parquet l’imponenza del Garden con il suo soffitto a spicchi. La partita tra due squadre falcidiate dalle assenze dura giusto un quarto, il tempo che serve ai padroni di casa per prendere in mano le redini della gara e condurla fino alla sirena.
Nonostante la sfida non sia di certo annoverabile tra quelle da ricordare, l’atmosfera del MSG resta qualcosa di unico al mondo, a Natale addirittura impreziosita dalla magia che avvolge la Grande Mela. Il Garden è uno dei pochi palazzetti d’America dove si respira davvero l’aria della storia e se ne percepisce anche il peso che grava sui giocatori e non solo, ma d’altronde «if you can make it there, you’re gonna make it everywhere».
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