Germani, Poeta: «Troviamo di partita in partita protagonisti diversi»
C’è tanto coach P. nella vittoria della Germani contro il Banco di Sardegna. Minuto 37, Peppe Poeta inizia ad aizzare il PalaLeonessa. La risposta è clamorosa. Il momento più difficile della gara coincide con la massima spinta degli oltre 4.500 tifosi bresciani. L’allenatore di Brescia lo sottolinea in sala stampa, dopo il suono della sirena. «Innanzitutto sono contentissimo per questa vittoria contro una squadra molto forte e in grande ripresa - afferma -. Un ringraziamento particolare va a tutto il pubblico. Ci ha sostenuto nei momenti più difficili. Quando subisci una rimonta così puoi tremare un attimo, puoi sentire mormorii strani. Invece i nostri tifosi si sono accesi e ci hanno sostenuto e sospinto verso la vittoria».
Dopo Milano
La partita poteva diventare una trappola dopo il «che belli, che bravi» di una settimana fa al cospetto dei campioni d’Italia. Invece... «Abbiamo disputato una partita molto solida per tre quarti. Contro giocatori forti ed esperti come Sokolowski, Bendzius e Halilovic basta un calo di tensione per farli rientrare. Sanno come impattare questi tipi di partita. Questa vittoria vale tanto e ripeto, sono contentissimo anche perché è arrivata contro una nostra competitor per i play off». Che per Poeta sono quindi un obiettivo dichiarato.
L’allenatore più giovane della Lega, a differenza dei colleghi, preferisce proporre una pallacanestro romantica, definibile addirittura vintage. Quella con i ruoli precisi e ben definiti a iniziare dal vero playmaker, fino ad arrivare al centro di ruolo: «Sono bravi i giocatori, il merito è loro - afferma -. Abbiamo una squadra di un’intelligenza pazzesca e questo mi piace molto. Anche alla fine non siamo andati a cercare individualismi per salvare la partita, siamo stati bravi ed intelligenti a continuare a giocare insieme, nonostante tutto. Questo ci porta ad avere protagonisti diversi ogni domenica, è la cosa che più mi dà soddisfazione».
Vedere cinquanta punti subiti sul tabellone dopo trenta minuti di gioco ha fatto un bell’effetto? «Stavo già esultando, era troppo bello - scherza il coach -. Quei sette minuti di black out ci serviranno per lavorare dopo che ci siamo un pochino specchiati. Specchiarsi non va bene, ma sono felice, avrei firmato con il sangue per questa vittoria e me la godo, insieme a tutti i nostri tifosi».
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