Basket

Germani, Poeta si prende la città

Il primato, comunque, ha un sapore meravigliosamente collettivo e inclusivo
Peppe Poeta © www.giornaledibrescia.it
Peppe Poeta © www.giornaledibrescia.it
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C’è da goderselo, perché è eccezionale. Ma non bisogna farci l’abitudine, o pensare che un rendimento così – nel prossimo futuro – sia scontato. Questo primato della Germani al termine del girone di andata è il premio agli uomini, al loro lavoro, all’organizzazione, all’armonia e all’unione d’intenti. È un premio anche per Brescia. Per la città, la piazza, la sua gente, il suo tifo.

Nelle mani giuste

Lo scettro d’inverno è quanto mai al posto giusto nelle mani di una persona in particolare. Ossia Peppe Poeta, che chiude nel modo migliore il primo girone d’andata della carriera da head coach. Ci sono alcune premesse da fare. Da qui alla fine della regular season mancano 15 partite, che sono tantissime. La Coppa Italia è un terno al lotto, può accadere di tutto. Il primato in classifica, in ottica Final Eight, non assicura grandi privilegi. Le avversarie si sono rinforzate, e lo faranno ancora. La Pallacanestro Brescia è sempre meno una sorpresa. Al momento, almeno sulla carta, è anzi la «squadra da battere».

Concentrazione

Il livello di concentrazione non potrà restare sempre così alto. Anche il primo quarto con Trento ha dimostrato che i biancoblù possono girare a vuoto, un po’ come accaduto – in altre circostanze – nella prima metà di partita a Treviso. Infine, c’è il discorso condizione fisica. La Germani, per propria costituzione, non si può «permettere» di avere infortuni. Detto questo, tutti in piedi per l’allenatore – e l’uomo – che si merita la copertina per questi 104 giorni da Leonessa (tanti ne sono passati dall’esordio in campionato contro Varese e la partita dell’altra sera contro Trento). Lui stesso rifiuterebbe i riflettori e ti direbbe: «Lascia stare, è merito dei ragazzi». Ma l’impatto del trentanovenne di Battipaglia è stato clamoroso.

Per differenza di condizioni iniziali, di approccio personale, di visione e di storia ogni paragone col passato (più o meno) recente è inutile. Poeta sta dando a Brescia sé stesso. Come si diceva, l’allenatore all’esordio, forgiato dal gigante Ettore Messina e dal ct della Nazionale Gianmarco Pozzecco, e l’uomo. Si è preso Brescia. Non solo la squadra. Ma anche la città, il suo tessuto relazionale. Lo ha fatto perché è il primo a essersene innamorato. Il distruttore di barriere ha lavorato per includere e amalgamare. Il lavoro è iniziato con i giocatori della propria squadra ed è proseguito su scala molto più grande. E oggi questo primato più che suo e della Germani sembra qualcosa di meravigliosamente collettivo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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