Basket

Germani: nuova stagione, nuova missione

Oggi le visite mediche e il raduno. L’eredità di un triennio ricco di soddisfazioni e un impianto diverso
Giuseppe Poeta è alla prima esperienza da head coach - Foto New Reporter Checchi © www.giornaledibrescia.it
Giuseppe Poeta è alla prima esperienza da head coach - Foto New Reporter Checchi © www.giornaledibrescia.it
AA

La Germani che nasce oggi - giorno di prime visite mediche e primi test, dalle 8.30, al Panathleticon, e quindi giornata di raduno - si scosta in modo netto dalle precedenti. Ha davanti a sé missioni non semplici, eppure ingaggianti. Nel cercare di portarle a termine avrà, di certo, il calore del tifo dalla propria parte. Ma proprio quello di restare nel cuore di un popolo comunque «caldo» e accogliente sarà uno dei compiti principali della squadra biancoblù.

L’ultimo ciclo

Inutile girarci troppo attorno. La piazza viene da un triennio di alto livello. Salvo qualche - peraltro sempre legittimo - episodio di espressione di dissenso, il tifo è rimasto molto vicino alla squadra, all’allenatore e alla società. Particolarmente forte è stato il legame Magro-tifoseria. Il coach fiorentino, da molti apprezzato già nell’epoca in cui era assistente di Diana, ha sempre goduto dell’affetto della stragrande maggioranza dei supporter.

In realtà, ciascuno dei tre anni di quel ciclo ha portato qualcosa di a suo modo memorabile. Il ritorno ai play off, le 14 vittorie consecutive e la messe di premi individuali nella stagione 2021-2022. Il secondo anno ha portato la Coppa Italia. Il terzo ha regalato moltissime settimane di regular season in testa alla classifica, e l’onore di tornare a disputare una semifinale play off a sei anni dalla precedente.

Insomma, all’ombra del Cidneo, di recente, non ci si è mai annoiati. E l’ultimo ricordo veramente negativo risale a prima. Ossia alla stagione 2020-2021, iniziata con Vincenzo Esposito e terminata con Maurizio Buscaglia. La squadra rischiò concretamente di retrocedere in A2, e si salvò in extremis.

Il nuovo coach

Se uno degli obiettivi è - sebbene con uomini diversi - non disperdere l’entusiasmo ricreatosi in questi ultimi anni (non bisogna dimenticare la «mazzata» data a tutto il movimento dal Covid), la scelta della società di far guidare la squadra a Giuseppe Poeta è sulla carta vincente. Già apprezzato da giocatore avversario per le proprie doti (dentro e fuori dal campo) e bravo comunicatore, ha tutte le carte in regola per entrare nel cuore della gente.

La rosa che dovrà gestire ha peculiarità opposte rispetto a quelle che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Magro ha sempre voluto roster il più profondi possibile. Lo fu in modo particolare quello dell’annata 2022-2023, del quale facevano parte «dodici giocatori veri», che in più di un’occasione vennero fatti ruotare.

L’idea che era alla base di quelle costruzioni di squadra era all’insegna del «talento diffuso» e delle gerarchie più fluide (sebbene, ad esempio, il primo anno era chiaro che da Della Valle e Mitrou-Long sarebbe passato praticamente tutto il gioco offensivo dei biancoblù).

Amedeo Della Valle insieme a dei tifosi - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
Amedeo Della Valle insieme a dei tifosi - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it

Oggi Poeta ha in mano un gruppo di giocatori il cui impiego dovrebbe essere piuttosto «standardizzato». Non fosse altro per il fatto che le scelte, dal punto di vista numerico, sono parecchio inferiori. Ci sono dieci Senior e due Under (Pollini e Tonelli) ma, tra i «grandi», salvo imprevisti, Ferrero sarà chiamato a riempire qualche buco, mentre Mobio è alla prima vera stagione nel massimo campionato.

Miro Bilan, alla sua seconda stagione a Brescia - Foto New Reporter Checchi © www.giornaledibrescia.it
Miro Bilan, alla sua seconda stagione a Brescia - Foto New Reporter Checchi © www.giornaledibrescia.it

Il talento, oltretutto, è meno diffuso e più concentrato: Ivanovic, Della Valle e Bilan ne hanno da vendere. Gli altri sono giocatori che possono dare tanto, ma sono meno abituati ai colpi a effetto. Per cogliere la differenza, si pensi al fatto che non più tardi di qualche mese fa uno dei funamboli della Germani, CJMassinburg, nemmeno partiva in quintetto.

Altra sfida nella sfida: anche quest’anno, come lo scorso, manca la figura di un general manager (l’appoggio di Marco De Benedetto è stato fin qui ancora esterno). Almeno sulla carta, quella del gm è una figura di raccordo importante. L’anno scorso si vinse tanto, e la mancanza passò in secondo piano. Quest’anno, sotto ogni punto di vista, si scriverà un’altra storia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Sport

Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.