Germani, Magro: «Contro Trento una risposta di grandi soddisfazioni per tutti»
La prima dedica di coach Alessandro Magro per la grande vittoria conquistata dalla Germani sul parquet di Trento: «Va allo staff medico e ai fisioterapisti che hanno rimesso in campo John Petrucelli in tempi record, sappiamo quanto sia un giocatore importante per noi». La seconda invece va per gli oltre 200 tifosi biancoblù che hanno assiepato il settore ospiti: «L’altra menzione non può che essere per loro perché anche a Trento sembrava veramente di giocare in casa, un tifo emozionante e coinvolgente a cui posso solo fare i complimenti».
«Siamo venuti qua intanto ricordandoci bene la gara persa all’andata quindi con la volontà di competere - ha aggiunto il tecnico toscano parlando della serata ai limiti della perfezione dei suoi uomini -. All’andata avevamo subito la pressione di Trento, ci avevano sporcato tutti i nostri giochi e messo tanta sabbia nei nostri ingranaggi. Abbiamo lavorato su questo durante la settimana e credo che la risposta che abbiamo avuto sia una grande risposta che dà soddisfazione alla proprietà e ai tifosi».
Brescia è riuscita a mettere in pratica alla perfezione il piano partita immaginato in settimana: «È ovvio che non puoi togliere tutto ad una squadra che gioca così bene e che ha fatto così bene sino adora - ha spiegato lo stesso Magro -, però siamo stati bravi fin dall’inizio a togliere a Trento alcune cose come le penetrazioni degli esterni, i rimbalzi d’attacco e alcuni tiri da tre punti». Secondo l’allenatore della Leonessa la fotografia della prestazione di squadra è la duplice gara del suo regista: «Guardando ad esempio Christon, ha cominciato la partita attaccando con ferocia, facendoci vedere un po’ il vecchio Semaj: ha chiuso il primo tempo con 13 punti e 0 assist, poi nel secondo si è messo al servizio della squadra, questo è un segno di una grande maturità».
Quella maturità che serve alla Germani se vuole ballare con le grandi: «Sapevamo che venire a giocare qua sarebbe stato difficile perché solo Milano e Bologna erano riuscite ad espugnare il palazzetto di Trento, ma volevamo mandare un messaggio a noi stessi e vedere se potevamo essere in grado di fare una partita di grande energia da "grande". E io io credo che l’abbiamo fatta».
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