Coach Magro aspetta la Germani: «La mia volontà è restare»
Alessandro Magro, capitano del veliero Pallacanestro Brescia in queste ultime due stagioni, nonostante l’amaro finale di stagione è pronto a mantenere saldamente le mani sul timone: «La volontà è quella di sedere sulla panchina della Leonessa anche la prossima stagione: ovviamente dovrò parlare con chi prende queste decisioni e valuteremo insieme il lavoro fatto questa stagione - ha raccontato il tecnico toscano ospite ieri sera a Basket Time -, ma il desiderio è quello di continuare perché secondo me il lavoro non è finito anche se questo progetto ha già cominciato a portare i suoi frutti». E che frutti: considerando che in meno di 24 mesi la Germani ha ritoccato il proprio record di vittorie consecutive (14) e di vittorie totali (21) in campionato oltre ad aver messo in bacheca il primo trofeo della propria storia.
Ma la palla ora passa alla dirigenza che si riunirà settimana prossima per gettare le basi della prossima stagione. È previsto infatti un consiglio d’amministrazione, probabilmente nella giornata di lunedì, dove verranno prese le prime decisioni fondamentali, a partire dalla guida tecnica. E nulla è da dare per scontato. Regna incertezza, anche circa i piani in senso assoluto.
A esempio: la Germani la prossima stagione giocherà in Europa? Questo aspetto potrà fare la differenza nelle valutazioni di tutti. «Analizzeremo assieme le cose che sono andate bene e quelle che non sono andate bene e i motivi per i quali non sono andate bene, perché lo spirito critico deve essere alla base del nostro lavoro - ha proseguito coach Magro -. Io sicuramente ho dato e continuerò a dare, se me ne verrà data la possibilità, tutto quello che ho a questo club e a questa città a cui sono particolarmente legato».
Spunti
Per una questione cronologica, e magari anche di impatto emotivo, le valutazioni partiranno dall’obiettivo playoff sfumato negli ultimi 9 minuti della gara di Scafati anche se probabilmente bisognerebbe guardare un po' più lontano: «Il problema non è stato dover andare a fare il colpo a Scafati che doveva vincere per salvarsi - ha analizzato l’allenatore biancoblu - ma aver perso delle partite durante la stagione che ci hanno messo in quella condizione. Gare che purtroppo anche a ranghi ridotti non dovevamo perdere, me ne vengono in mente due su tutte: Pesaro e Treviso in casa».
Fare da spettatori ai play off sicuramente non era nei piani: «Questa stagione, dove fortunatamente siamo riusciti a fare la storia del club, non ci lascia soddisfatti perché io per primo avrei voluto entrare nelle prime 8 - senza voler cercare una giustificazione e attenendosi ad un analisi oggettiva però il tecnico 41enne ha voluto tenere in considerazione anche la variabile infortuni - abbiamo avuto 4 mesi fuori il play titolare, due mesi ai box Petrucelli e due mesi out la nostra anima difensiva che è Cobbins».
Brescia era stata costruita in estate per affrontare le insidie della doppia competizione, ma era difficile anche solo immaginare una serie di infortuni così gravi e ravvicinati: «Noi siamo stati un mese e mezzo cercando di dare fiducia all’organico che avevamo prima di vedere che era necessario andare sul mercato, ma in quel mese e mezzo il record di vittorie e sconfitte ha inciso sul risultato finale». Diventa così abbastanza complesso fare un bilancio assoluto, ma agli atti resta comunque una stagione curiosamente affascinante e sicuramente storica: «Noi volevamo fortemente raggiungere il terzo obiettivo stagionale, il nostro rush finale lo ha dimostrato molto bene e non esserci riusciti ci ha sicuramente lasciato delle scorie - ha concluso Alessandro Magro - però la Coppa Italia rimane e alla fine, smaltita la delusione, tra mesi o anni ci ricorderemo che nel 2023 Brescia ha vinto il suo primo trofeo».
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