Agribertocchi, Muzio: «Deboli nella testa, serve leadership»
Nove sconfitte in altrettante gare e ultimo posto in classifica, con Biella. L’Agribertocchi Orzinuovi di serie A2 non ha mai conosciuto un inizio di campionato così nero nella propria storia. Anche il cambio in panchina tra Corbani e Bulleri, almeno in termini di risultati, non ha portato cambiamenti. Ma il problema, più che nelle qualità tecniche della squadra, è nella testa. Ne è convinto il direttore sportivo Alessandro Muzio. Che ha ragioni per avvalorare la propria tesi. «Almeno sei partite su nove potevano essere vinte - afferma -. Ma a un certo punto si abbassa la serranda a livello di mentalità. Crolliamo negli ultimi minuti, subiamo parziali e perdiamo di poco».
Circostanza che, paradossalmente, non fa che aumentare i dubbi. «Se non arrivassimo quasi sempre a un passo dalla vittoria, saremmo certi che la rosa allestita non è all’altezza. Ma, così, le perplessità restano. Manca comunque leadership, questo è chiaro. Un giocatore che possa caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti clou. Non per forza con tanti punti ma, appunto, sul piano psicologico». La posizione di coach Bulleri non è a rischio. «Anche perché, di fatto - prosegue Muzio - non ha potuto avere mai l’intera rosa a disposizione».
La guardia-ala Matteo Martini è ancora out (distrazione al flessore), ma ieri ha ricominciato a correre. La speranza è di poterlo avere a disposizione il 12 dicembre, al PalaBertocchi contro Biella. «È di sicuro un giocatore che ci manca, anche dal punto di vista morale. Non è la soluzione ai nostri mali, certo. E affrettare il suo recupero sarebbe un errore. Voglio però sottolineare: le assenze (pure capitan Marco Spanghero ha avuto qualche guaio, ndr) non possono essere un alibi. Anche molti dei nostri avversari non erano al completo». A proposito di avversari: molto lucidamente, Muzio coglie la gravità del problema, al di là della classifica, che parla da sé. «Chi ci affronta non ci teme, perché sa che a un certo punto la squadra deraglierà. Per questo la svolta deve essere in primo luogo mentale». Anche perché il mercato degli italiano «è asfittico» e non offre soluzioni, anche se viene costantemente monitorato.
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