Baseball, a Brescia dopo cinque anni il diamante è un miraggio
«Il nuovo campo da baseball? Una priorità solo in campagna elettorale, purtroppo, ma poi».
È amaro Stefano Sbardolini, vicepresidente di un club che dal 2020 (ovvero dopo che l’università ha deciso di destinare ad altro uso l’area di via Branze sulla quale storicamente insisteva l’impianto sportivo) è senza una struttura dove disputare le partite interne, ed anche nella stagione al via in primavera, e sarà la quinta consecutiva, dovrà disputare le gare casalinghe sul campo... della squadra avversaria.
Una situazione che ha avuto un peso non indifferente lo scorso anno nella retrocessione dalla serie A e che pesa tantissimo anche sull’attività giovanile della società, che per questo motivo perde molti tesserati.
«Così facendo si sta sgretolando una storia lunga quaranta anni - prosegue Sbardolini -, perché ci alleniamo a San Polo, sul campo di hockey, ma già la squadra del minibaseball è costretta ad andare a giocare a Marcheno, su un campo che è omologato solo per i più piccoli ed il softball. Gli altri, a partire dagli Under 14, andavano a giocare a Piacenza le gare casalinghe. Quest’anno, invece, andremo a giocare Verona con gli Under 15».
Il punto
Da anni si parla di costruire in città un impianto destinato solo a baseball e softball, ma alle parole non sono seguiti i fatti.
«L’area ideale è stata individuata - precisa Sbardolini - ed è nella zona di Sanpolino -: tra l’altro è stato effettuato il cambio nel piano regolatore, destinandola ad area sportiva. Il problema è che però va urbanizzatata, ovvero prima pulita e recintata, quindi va sistemata l’illuminazione e solo dopo può essere costruito il campo vero e proprio, quello per l’attività maggiore. Soltanto in un secondo tempo si potrà sistemare la struttura destinata all’attività giovanile».
Si può abbozzare un costo di tutte queste operazioni?
«Diciamo che per mettere a posto l’area potrebbero servire anche 2,5 milioni di euro. È questo il grosso dell’intervento, perché per il campo in sé stesso, invece, non si dovrebbe andare oltre al mezzo milione».
L’area c’è, mancano i soldi?
«Prima ancora secondo noi la volontà politica di agire. Siamo in contatto costante con l’assessore allo sport Cantoni, che da poco ricopre questo ruolo prima in capo all’ex sindaco Del Bono. Da parte della Regione, va ricordato che il vecchio consiglio ci aveva dato una mano, ma crediamo che a questo per raggiungere un risultato serva che il Comune si ponga come capofila di Governo e Regione. E della federazione, che nel suo piccolo è pronta a darci una mano».
Il prossimo passo concreto potrebbe riguardare però i più piccoli...
«Dovremo facilmente riuscire ad avere in uso una zona del Parco Ducos (proprio ieri è avvenuto il sopralluogo; nda) nella quale disputare le partite. Per un certo verso questa è una priorità, visto che nelle scuole lavoriamo con oltre duemila ragazzi, ma di quelli che si tesserano con noi ne perdiamo almeno la metà per via degli spostamenti ai quali siamo costretti per la mancanza di un campo».
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