Balotelli: «Caracciolo, che gol!»
Nelle fiabe c’è un principe azzurro sul cavallo bianco, a Mompiano arriva invece l’uomo nero sul… Cavallino bianco. E il «Rigamonti» va in tilt: flash, richieste d’autografi e foto-ricordo, tutti per Mario Balotelli. Accentratore come è di solito in campo, SuperMario catalizza anche stavolta tutta l'attenzione.
Da bresciano non ha voluto perdersi la prima dei play off, ma non chiedetegli niente. Non chiedetegli del campionato di serie B, del Milan, della Nazionale, della sua ultima storida d’amore con Fanny Neguesha, già finita. Con Mario bisogna interpretare i silenzi, gli sguardi celati dagli occhiali scuri, protetti da un cappellino da b-boy. Oppure bisogna accontentarsi di quel «Forza Brescia» regalato in tribuna, subito dopo il suo arrivo. O di quel «Sì, ce la possiamo fare» che dice a metà tempo, seduto sul divanetto del bar vip, rispondendo alla domanda di una piccola fan. O di quel «ah però, che gol che ha fatto. Hai visto dove è andato a prenderla?»: il personalissimo elogio ad Andrea Caracciolo.
Non c’era solo Balotelli, mercoledì, per Brescia-Livorno. C'erano le ex rondinelle Jonathas, Omar El Kaddouri, Emiliano Viviano con consorte, Davide Possanzini, Jonathan Bachini. Gli ex tecnici del Brescia: Rolando Maran, Alberto Cavasin, Nedo Sonetti. O altri allenatori come Gigi Cagni e Benny Carbone. Ma nessuno ha l’appeal di Mario Balotelli e dei suoi atteggiamenti da bad boy. La prova, ieri, quando con un amico è sceso da un Ferrari candido ed è apparso in tribuna. Tenuta sportiva grigia, dalla felpa alle scarpe. Neanche il tempo di affacciarsi, che già aveva una scorta di tifosi e curiosi. Sale i primi gradini della tribuna, incontra l’ex compagno dell’Under21 Vincenzo Fiorillo, al quale dice: «Cos’hai combinato? Ti fai cacciare così?».
Mario si siede vicino al portiere del Livorno squalificato. E concede foto, autografi, addirittura parla con una sconosciuta dall’altra parte di un telefonino passatogli da un curioso. Guarda lo smartphone, chatta su WhatsApp. Quando inizia la partita chiede: «Chi è questo? Chi è quello?».
Mario non si alza per esultare all’1-0, resta seduto ammirando l’incornata dell'Airone. Poi scappa al bar, beve un caffè tra i tifosi. Si sistema in uno sky box per la ripresa, guarda sempre meno la partita e sempre più il telefonino. E per evitare il caos se ne va prima del 90’. Un tifoso gli urla: «Mario, vieni al Brescia». Il viso corrucciato da ragazzo terribile lascia spazio ad un sorriso di circostanza. Giù dalle scale, ancora sul sedile del Ferrari. Rombando tra i suoi silenzi.
Fabio Tonesi
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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