Atletica, Alex Schwazer assolto: «Non fu doping»
«Archivazione per non aver commesso il fatto». Così il Tribunale di Bolzano pone fine al processo di primo grado per doping ad Alex Schwazer.
Il giudice ha accolto la richiesta del pm contestandone la tesi di «opacità» da parte di Iaaf e Wada nelle analisi che portarano alla positività e alla squalifica del marciatore, e rilancia dure accuse contro le due associazioni. Il giudice ritiene «accertato con altro grado di credibilità» che i campioni di urina nel 2016 furono alterati per far risultare l'atleta positivo.
La decisione del Gip fa seguito alla richiesta della procura, dello scorso 3 dicembre, di archiviazione del procedimento penale per Alex Schwazer. L'inchiesta si riferiva al presunto caso di doping di Alex, risalente al 2016, e non al primo caso, del 2012 (quello ammesso dallo stesso marciatore).
Tutto era nato da un controllo del primo gennaio 2016, in seguito al quale il tribunale di arbitrato sportivo aveva condannato il marciatore a una squalifica di 8 anni, che sta ancora scontando. L'atleta ha sempre contestato la validità di questo secondo caso di presunta positività, puntando il dito sugli anomali valori, altissimi, del Dna contenuto nella provetta, dichiarandosi vittima di un complotto.
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