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Annovazzi conquista lo Stone Extreme Triathlon

Gli 80 atleti hanno affrontato 3,8 chilometri a nuoto, 180 in bicicletta e 42,195 di corsa. Partenza da una chiatta nel Sebino.
  • Stone Brixia Man Extreme Triathlon
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AA

Alle 17.04 di sabato 9 luglio Matteo Annovazzi ha tagliato per primo il traguardo dell’edizione zero della Stone Brixia Man Extreme Triathlon al Passo Paradiso. Dopo poco più di 13 ore il bergamasco si è regalato una splendida vittoria, a pochi giorni dal quarto posto conquistato al Celtman, famoso Ironman Extreme che si è svolto in Scozia il 25 giugno, accompagnato nell’ultima frazione della gara da Giuseppe Antonini, campione mondiale di categoria nel 2013 ed europeo nel 2014 nella corsa in montagna. 

Sul podio insieme a lui anche Roland Osele (2° posto) ed Emanuele Marchi (3° posto). Il podio tutto italiano, però, è andato definendosi solo nell’ultima parte della frazione podistica perché al Mortirolo al secondo posto, dietro ad Annovazzi, c’era Peter Ooem, arrivato poi quarto al Passo Paradiso, frenato da importanti problemi muscolari. Il primo ad uscire dalle acque del Sebino, invece, è stato il tedesco Joannes Kiefer, seguito da Annovazzi e Ooem.

Fra le donne è stata Cristina Cominardi a vincere la long distance in 16 h 19’ 44’’, mentre Sara Tavecchio ha dovuto rinunciare a terminare la gara fermandosi al termine della frazione in bicicletta.

Il caldo estremo della giornata non ha impensierito gli 80 atleti provenienti da 13 diverse nazioni nel mondo, iscritti già da mesi all’edizione zero della gara organizzata dalla bresciana Decisamente Ggiovani, società di imprenditori bresciani nata alcuni anni fa dopo la comune esperienza nell’Associazione Industriale Bresciana e già attiva sul territorio in collaborazione con Zerotrenta Triathlon Brescia.

Alle quattro di sabato mattina gli 80 triatleti si sono lanciati nelle fredde acque del Lago di Iseo partendo da una chiatta posizionata fra Sulzano e Peschiera Maraglio. Oltre alla muta obbligatoria, i partecipanti sono stati dotati dall’organizzazione di un particolare sistema di sicurezza che, in caso di malore in acqua, li avrebbe tenuti a galla e illuminati permettendo una tempestiva localizzazione da parte dei soccorsi, che per fortuna non è stata necessaria. Dopo meno di un’ora, e 3,8 km di bracciate, i primi atleti hanno raggiunto le sponde di Marone dove ad attenderli c’era il primo punto di ritrovo con il materiale necessario per il cambio.

Inforcata la bicicletta gli atleti hanno percorso la pista ciclabile Vello-Toline imboccando la Valcamonica a Pisogne raggiungendo Edolo, proseguendo verso il passo Aprica, poi verso la località Trivigno per arrivare al passo Mortirolo, una delle mitiche ascese ciclistiche che hanno fatto la storia più bella del Giro d’Italia. La discesa fino a Monno li ha portati ai piedi della salita di Ponte di Legno. Dopo un passaggio nel centro del paese gli atleti hanno poi affrontato il passo Gavia, la seconda grande sfida sulle due ruote di questa gara, e una volta giunti in cima sono tornati a Ponte di Legno lungo la stessa strada. Qui è avvenuto il cambio per iniziare l’ultima frazione, quella podistica. Nei primi 20 chilometri il dislivello era moderato pur con qualche salita impegnativa fra cui una suggestiva mezzacosta con vista sull’Adamello e sull’abitato di Ponte di Legno. Dopo una impegnativa discesa si attraversa l’abitato di Temù per immettersi in un’altra mezzacosta dalla parte opposta della valle, attraverso la quale si raggiunge la Val Sozzine per poi ripassare attraverso l’abitato di Ponte di Legno.

Da qui è iniziata la vera ascesa verso l’arrivo, gli ultimi 9 chilometri di una salita particolarmente impervia. Ai piedi della salita era stato posto il gate degli organizzatori alle 21, cancello che ha fermato circa una ventina degli atleti partecipanti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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