Andrea si sta già curando a Brescia: spera di farcela per la Nuova Zelanda
Nella sua città. È qui che Andrea Pirlo cercherà il «miracolo» per tornare disponibile almeno per la seconda partita del Mondiale. Di solito ci torna la domenica, dopo le partite di campionato. Per ricaricarsi, per respirare quell'aria di casa che tanto gli piace, che tanto gli serve per staccare un po' dal tran tran di Milanello e degli stadi. Stavolta Brescia dovrà rimetterlo in piedi.
Da venerdì sera il Genietto di Flero è nella sua casa al Villaggio Sereno. Fino a martedì si curerà allo Sport Life con medici di fiducia, con terapie che già ha provato e che è convinto possano aiutarlo a smaltire lo stiramento al polpaccio.
Pirlo aveva capito già giovedì sera che l'infortunio subito nel match con il Messico non era una qualcosa di banale. Non era un semplice affaticamento muscolare. Aveva chiamato la moglie Deborah, annunciandole un immediato rientro a casa. Venerdì mattina Andrea ha parlato a lungo con il medico della nazionale, prof. Castellacci. I due si sono confrontati e quando il regista del Milan ha prospettato l'ipotesi di tornare a curarsi nella sua città da parte di tutto lo staff medico azzurro non c'è stata la minima preclusione. Anzi: «Vai pure Andrea, ci vediamo mercoledì», è stata la risposta.
L'ex rondinella ha chiamato Deborah, che venerdì sera l'ha riaccolto. «Il morale non è certo quello dei giorni migliori - ci racconta Lady Pirlo -, ma Andrea è convinto di riuscire a giocare anche questi Mondiali. Stringerà i denti, farà il possibile. Sa che la squadra ha bisogno anche di lui e lui ci tiene troppo a difendere il titolo conquistato nel 2006. Qui a Brescia ci siamo noi familiari a fargli coraggio, a tenerlo su di morale. Allo Sport Life si è sempre trovato bene, speriamo che anche questa volta riescano a fare il miracolo e rimetterlo in sesto. Io sono convinta che ce la farà».
Andrea Pirlo è come al solito di poche parole. Sia nei momenti belli sia in quelli brutti non lascia trasparire le sue emozioni. Chi l'ha visto arrivare ieri al Villaggio Sereno assicura però che la sua faccia era tutto un programma. Normale, logico. È la delusione del momento, che ha però già lasciato spazio alla convinzione di farcele, di rientrare.
Sicuro il forfait con il Paraguay, come detto l'obiettivo è quello di esserci già con la Nuova Zelanda. Quantomeno in panchina, a disposizione, pronto ad entrare in caso di bisogno. Per poi magari tornare ad essere titolare nell'ultima partita del girone eliminatorio.
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