Winter Marathon: i passi dolomitici applaudono ancora Bellini-Tiberti
C’è un prima e un dopo nella Winter Marathon. Prima e dopo i passi dolomitici. Lo dice la tradizione e anche quest’anno il menù non è cambiato. E nella seconda e ultima tappa della corsa per auto storiche con partenza e arrivo a Madonna di Campiglio e 14 ore di fila alla guida solo ieri, il prima è una sorta di scampagnata per le strade di montagna senza neve e con tanto verde. Poi però lo spartito cambia – ma non per clima e paesaggio – dopo la pausa pranzo a Molveno, in una location vista lago e con il Croz dell’Altissimo a dominare la scena.
«È l’ultimo momento felice in una giornata di passione» ammette Davide Valsecchi, ex pilota, oggi conduttore televisivo e da diverse edizioni protagonista alla Winter. «Dipende dall’auto, dal tempo, dal ghiaccio ma sicuramente ora inizia una gara diversa. Difficilissima» ammette seduto su una panchina davanti al lago di Molveno. «Ma in estate si fa il bagno qui?» chiede prima di risalire in auto. Avrà modo di pensarci per tutto il viaggio.
Pronostici
«Sul Palade si decide la gara perché mancheranno solo otto prove» aveva pronosticato in mattinata l’avvocato Aliverti al via della tappa al secondo posto ad un sola penalità di distanza da Bellini-Tiberti, primi fin dall’edizione dello scorso anno.
La classifica conferma le previsioni: relativamente in bilico per la testa della corsa, mentre il distacco dai primi della classe e il resto del gruppo diventa sempre più ampio una volta sui Passi dolomitici. A partire dal Costalunga a quota 1.752 metri, che fa registrare il primo vero vuoto nella graduatoria. Con Bellini e Tiberti che prendono il largo, ma non fanno mai il vuoto.
Clima caldo
Il tutto in una gara che di winter ha poco. Un dato su tutti: sul Pordoi a 2.239 metri quando alle 18 arrivano i primi equipaggi la temperatura segna +1. Mai accaduto in tanti anni. «E la neve incontrata è stata davvero poca. Le temperature questa volta ci hanno sorpreso al contrario: il grande freddo non si è visto» commenta il bresciano Osvaldo Peli. «Le prove di media posizionate sui Passi, quando tra l’altro già c’era buio, ci hanno impedito di gustarci il panorama e anche un po’ di adrenalina alla guida» si inserisce Emanuel Piona che corre in coppia con Domenico Battagliola.
Bilancio finale
Alla sosta cena a Bolzano il bilancio è quasi tracciato. Lo sanno anche Bellini (primo) e Aliverti (secondo). «Diciamo che tra gli umani sono tra i più bravi e poi c’è chi è fuori competizione» dice Aliverti indicando Bellini. «Ad un certo punto della gara ha svoltato ed è diventato imprendibile». Lui, Edoardo Bellini, tocca ferro. «Non ascoltatelo, è una tattica. Non mi nascondo e dico che stiamo facendo molto bene ma per vincere bisogna arrivare a Campiglio».
E prima di mezzanotte Bellini-Tiberti in Piazza Righi ci arrivano regolarmente sulla loro Fiat 508 C. Ma per la classifica finale bisogna aspettare la notte per certificare l’eventuale vittoria. Esattamente come un anno fa. E nella giornata di sabato i primi 32 arrivati nella notte si ritroveranno sul laghetto ghiacciato del paese trentino. Una sfida nella sfida per un’altra dose di adrenalina a quattro ruote.
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