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Winter Marathon al via: al fascino delle auto d’epoca si aggiunge la neve

La prima tappa con pensieri «da cinema» passando da Vermiglio; «La vittoria se la giocheranno i primi dieci equipaggi» ipotizza Andrea Vesco
  • La prima tappa della Winter Marathon
    La prima tappa della Winter Marathon - Foto © Pierpaolo Romano
  • La prima tappa della Winter Marathon
    La prima tappa della Winter Marathon - Foto © Pierpaolo Romano
  • La prima tappa della Winter Marathon
    La prima tappa della Winter Marathon - Foto © Pierpaolo Romano
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    La prima tappa della Winter Marathon - Foto © Pierpaolo Romano
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    La prima tappa della Winter Marathon - Foto © Pierpaolo Romano
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    La prima tappa della Winter Marathon - Foto © Pierpaolo Romano
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    La prima tappa della Winter Marathon - Foto © Pierpaolo Romano
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    La prima tappa della Winter Marathon - Foto © Pierpaolo Romano
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    La prima tappa della Winter Marathon - Foto © Pierpaolo Romano
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A Madonna di Campiglio è arrivata anche la neve. E non è un aspetto secondario di questi tempi in cui anche in montagna si fatica sempre più a riconoscere l’inverno. Ma qui, nel paese Trentino dove sembra di stare a Brescia, quello che non cambia da 37 anni è l’appuntamento con la Winter Marathon, il grande classico per le auto d’epoca che si affrontano in una gara unica nel suo genere, almeno in Italia. Su e giù dai passi dolomitici a caccia della regolarità tra ghiaccio, traffico e buio.

Sensazioni

«Prima di conoscere la Winter Marathon non mi ero mai approcciato con la regolarità e ho scoperto che è molto più difficile di quello che pensa la gente. Si crea un rapporto epidermico tra auto e pilota» il pensiero di Guido Schittone, storico giornalista nel mondo dei motori e da anni speaker della Winter. Se la temperatura non è da record – con il segno meno solo di notte e con la pioggia che si trasforma in neve poche curve prima di arrivare nel centro del paese – lo è invece il numero degli iscritti: 135.

Mai come prima. «Il dieci per cento in più rispetto agli ultimi anni. È la dimostrazione che la gara piace sempre tanto nonostante sia molto difficile da affrontare. Non è per tutti», spiega Andrea Vesco che con il padre Roberto organizza la manifestazione. «Abbiamo sette varianti di percorso in base alle condizioni meteo», svela Roberto, il grande vecchio che non invecchia mai correndo dietro alla passione per le quattro ruote di un tempo.

E che anche quest’anno – disegnando il tracciato con il figlio – ha voluto rendere tutto tremendamente difficile. Già a partire dalla prima tappa, Campiglio-Ponte di Legno-Campiglio. In un abbraccio tra Trentino e Lombardia. Solo un assaggio – con il passaggio cinematografico (ma senza corsa all’Oscar) da Vermiglio – dei 540 chilometri complessivi di gara. Parentesi da Vermiglio: «Era un sogno arrivare all’Oscar per tutta Vermiglio e per il grande lavoro fatto da Maura Delpero. Per noi è già vinto. Ci consoliamo con il passaggio delle auto storiche» sorride il sindaco Michele Bertolini.

Percorso

Chiusa la parentesi cinematografica l’attenzione torna alla gara che terrà gli equipaggi 17 ore in auto in due giorni. «La vittoria se la giocheranno i primi dieci equipaggi» ipotizza Andrea Vesco. E statistiche alla mano non sbaglia. I grandi favoriti, anche ma non solo perché hanno vinto lo scorso anno, sono Bellini e Tiberti su Fiat 508 C del 1937.

«Il livello è sempre più alto, ma noi faremo di tutto per vincere ancora e se non sarà così stringeremo la mano a chi ci batterà», commenta Edoardo Bellini, giovane pilota con un self control da veterano. E che adesso, ovviamente come tutti gli altri equipaggi a partire dai rivali storici Aliverti-Merlo, Salvinelli-Salvinelli e Belometti-Ricca, dovrà misurarsi con le insidie dei passi. Uno dopo l’altro. Duron, Mendola, Nigra, Costalunga, Pordoi, Campolongo, Gardena, Pinei e Palade.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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