Valsabbia, al Trofeo Nasego sventola la bandiera del Kenya
Sventola la bandiera del Kenya sui monti valsabbini: sono stati infatti Patrick Kipngeno e Joyce Njeru a trionfare ieri nella ventitreesima edizione del Trofeo Nasego, seconda tappa italiana della Valsir Mountain Running World Cup. Un dominio africano che, nella categoria maschile, è riuscito a spingersi addirittura fino alla quarta posizione, premiando, dietro Kipngeno (giunto al traguardo in 1h31’26”), Philemon Kiriago (1h33’59”) – vincitore della scorsa edizione -, Paul Machoka (1h34’38”) e Josphat Kiprotich(1h34’54”).
Due vittorie per Kipngeno
Se al maschile Kipngeno ha saputo bissare il successo ottenuto sabato alla Vertical Nasego, non è riuscita invece la doppietta nella due giorni di Casto all’intramontabile austriaca Andrea Mayr (seconda classificata con il tempo di 1h53’02”).
La regina della scalata ha infatti dovuto cedere la corona alla ventisettenne keniana tesserata per l’Atletica Saluzzo Joyce Njeru, che ha fermato il cronometro su 1h51’33”. Il terzo gradino del podio è andato invece alla finlandese Susanna Saapunki (1h54’00”), dopo una stoica battaglia nell’ultimo tratto di gara con Naomi Lang. La scozzese, giunta settima al passaggio dal rifugio Nasego, si è resa protagonista di un’incredibile rimonta nella discesa finale, arrivando a sfiorare l’impresa di salire sul podio.
La sfida
Ben 178 gli atleti schierati ai nastri di partenza in centro a Casto, pronti a darsi battaglia sui 21.45 chilometri con un dislivello positivo di 1300 metri.
Fin dallo start il trio keniano, composto da Kipngeno, Kiprotich e Kiriago, ha imposto il proprio ritmo, facendo il vuoto sul gruppo e mantenendolo di fatto fino al passaggio al Rifugio Nasego. Solo il connazionale Machoka ha saputo tenere il passo, insidiando a lungo la terza posizione e superando Kiprotich nella discesa conclusiva.
Ottima prova anche per Cesare Maestri: il campione italiano in carica ha chiuso quinto (1h37’37”) ed è stato accolto dal boato dei tanti presenti accorsi sul sagrato della chiesa di Famea, punto d’arrivo.
In bilico fino alla fine, invece, le sorti della sfida in rosa: l’austriaca Mayr ha cullato il sogno della tripletta fino al diciassettesimo chilometro, per poi – forse condizionata dal recente infortunio alla spalla, logicamente più sensibile ai tratti in discesa – cedere il passo alla Njeru, mantenutasi comunque sempre a contatto. La keniana dell’Atletica Saluzzo ha saputo così sfatare la maledizione del percorso valsabbino, dove aveva sempre solo sfiorato il gradino più alto del podio.
Le parole della vincitrice
«Sono molto felice – ha commentato Njeru -. Dopo il quinto posto nella vertical che considero un ottimo piazzamento, ho saputo sfruttare gli up&down previsti nel tracciato, dosando le forze per esprimermi al meglio. Questo era il mio giorno. Sono ancora in corsa per difendere il titolo mondiale: quest’anno l’asticella è sicuramente più alta, ma la competizione è per me un ulteriore stimolo. Il mio obiettivo? Riconfermarmi regina in coppa del mondo».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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