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Single e giovani coppie: come scegliere la prima auto

Spesso la decisione risponde a spinte emotive, ma esistono criteri per valutare il rapporto costo-efficacia
Una Golf con due indicatori di carburante
Una Golf con due indicatori di carburante
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La scelta di un’auto è sempre soggettiva e risponde a spinte emozionali più che a criteri di costo-efficacia. In genere ci si «innamora» di un modello, anche se questo non è il più adatto alle proprie esigenze, perché non si tiene conto di fattori economicamente rilevanti nella vita del mezzo.

Consideriamo la cosa dal punto di vista di chi (single o giovane coppia) deve scegliere la prima e probabilmente unica auto di famiglia. Se non avete esigenze di carico e vi spostate poco dall’ambito urbano-provinciale, percorrendo meno di 15mila chilometri all’anno, scegliete motori a benzina di cubatura contenuta: oggi, grazie all’elettronica, le centraline d’iniezione traggono prestazioni sorprendenti da motori di un litro. Ci sono infatti 1.0 turbo che erogano anche 100 Cv, una volta appannaggio dei 1.6. Oltre a tutto anche le city car (Segmento A) e le medio-piccole (Segmento B) hanno ormai dotazioni di infotainment e sicurezza un tempo appannaggio solo delle ammiraglie.

I vantaggi sono evidenti: premi assicurativi bassi, consumi ridotti, manutenzione e ricambi a prezzi accettabili, buona commerciabilità dell’usato.

Se invece fate molta strada, magari per raggiungere il posto di lavoro (20-25mila chilometri all’anno) potreste valutare le bi-fuel, ovvero vetture con doppia alimentazione benzina-Gpl o benzina-metano. Il metano è il combustibile più ecologico ed economico: con 12 euro si percorrono oltre 300 km (contando anche sul pieno di benzina, che ne garantisce altri 500-600). I difetti sono il costo più elevato del veicolo (perché è meglio scegliere una cilindrata almeno media, attorno ai 1.4 litri), l’obbligo di revisionare le bombole ogni quattro anni e la scarsa diffusione dei punti di rifornimento: nel Nord il problema non c’è, peggiora nel Centro del Paese e nelle isole (in Sardegna non c’è proprio). Comunque, le App dei consorzi gas auto vi indicano dove si trova la stazione di rifornimento più vicina. Più diffuso il Gpl: in genere questi veicoli hanno il serbatoio toroidale che occupa il vano della ruota di scorta e, quindi, vi tolgono spazio per ospitare almeno un ruotino (i kit gonfia gomme non servono se uno pneumatico è tagliato).

Se avete sensibilità ecologica elevata, potete puntare su elettriche o ibride: le elettriche sono fantastiche, ma, vista l’attuale autonomia e la scarsità di stazioni di ricarica, sono da considerarsi valide solo come seconda auto di famiglia, per la città. Inoltre hanno listini molto elevati, perché i nostri Governi non attuano politiche di incentivazione (si potrebbe, ad esempio, detrarle dai redditi per dieci anni, come si fa per gli interventi di miglioramento energetico sulla casa).

Più sfruttabili le ibride (con due motori, benzina-elettrico): soprattutto in città sono imbattibili, perché frenate e decelerazioni ricaricano le batterie del motore elettrico e consentono di percorrere oltre 20 km/litro. Però sulle strade extraurbane si comportano (e consumano) come le altre vetture a benzina e quindi ammortizzarne il prezzo elevato non è facile. Meglio le ibride-plug in, le cui batterie sono ricaricabili (in poche ore): in genere percorrono da 30 a 50 km solo in elettrico, più di quanto l’utente normale faccia in un giorno in città.

Abbiamo lasciato alla fine i Diesel, oggetto di una campagna denigratoria tecnicamente con poco senso: sono quelli col miglior rendimento energetico e consumano meno. Le ultime generazioni, Euro 6, con sistemi di filtraggio delle emissioni a base di additivi, hanno risolto poi quasi del tutto il problema degli ossidi di azoto (NOx).

Certo, non sono pensati per la città, devono viaggiare: sui tragitti medio lunghi sono eccezionali. Più volte ho percorso oltre mille km con un pieno di poco più di 50 litri. I Diesel 1.6 sono potenti (110-120 Cv) e, specie se associati ad un cambio automatico, fanno diventare il viaggio un piacere.

Infine l’acquisto: comperare a prezzo pieno non ha molto senso. Le Case oggi preferiscono far lavorare le loro finanziarie: le formule basate su acconto, rata mensile, saldo della differenza dopo tre anni o rifinanziamento della differenza stessa, sono diffuse. Per entrare subito in possesso del veicolo con un esborso contenuto. Attenzione però: le cifre pubblicizzate spesso corrispondono a veicoli in allestimenti che in rete non ci sono. Così la sbandierata rata di 200 euro diventa all’atto pratico di 300 o più. Però alcune formule sono interessanti: comprendono assicurazione, manutenzione, ecc. Informatevi e fate bene i conti, in relazione alla vostra reale capacità di spesa.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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