Quando lo sci ipnotizzò l’Italia: 50 anni fa la sfida Thoeni-Stenmark

Il giorno che lo sci ipnotizzò il paese. Era il 23 marzo di cinquant’anni fa: Gustavo Thoeni con le sue medaglie olimpiche e mondiali aveva già traghettato definitivamente il Sud Tirolo indipendentista in Italia. E la «Valanga azzurra» era tale già da un paio di stagioni. Ma quella Coppa del Mondo 1975 passò alla storia per la gara finale: uno slalom parallelo in programma in Val Gardena. Al quale arrivarono tre sciatori a pari punti: Franz Klammer, il re della discesa libera, Gustavo Thoeni che di coppe ne aveva già vinte tre nella sua carriera, e Ingemar Stenmark, l’uomo nuovo, lo svedese di poche o pochissime parole, ma con un talento che negli anni avrebbe fatto di lui un campione senza pari.
Il triello
La sfera di cristallo che premiava il miglior atleta della stagione si sarebbe decisa con un «triello» degno de «Il buono, il brutto, il cattivo», grande successo cinematografico di una decina di anni prima. Per i tifosi italiani il buono era, senza discussione, Thoeni, semplice, posato, mai una parola sopra le righe, il brutto, sia chiaro, si fa per dire, era «Kaiser Franz», il «cannibale» della velocità, ma che in uno slalom parallelo non aveva alcuna chance di battere i due rivali, e il cattivo era Stenmark l’uomo venuto dal freddo per mettere in discussione il dominio degli italiani, Gros, detentore della Coppa, e Gustavo.
La gara
Di quella finale si cominciò a parlare settimane prima e un imprenditore emergente, Calisto Tanzi, si aggiudicò con la sua azienda, la Parmalat, gli spazi pubblicitari della gara. Che andò in scena tra le 9.30 e le 13 della prima domenica di primavera: quarantamila tifosi ai bordi della pista per fare il tifo per Thoeni.
Si parlava di possibili giochi tattici, di favori incrociati finanziati dagli sponsor e dai marchi commerciali. Helmut Schmalzl, lo scultore gardenese, esteta e filosofo delle nevi, a scanso di equivoci eliminò subito Klammer. Fuori uno.
Poi, nei quarti di finale, Stenmark, opposto al polacco Bachleda, commise un errore, sembrò cadere, si riprese, porta passata correttamente o meno? L’Italia fece reclamo: per dirimere la questione la gara venne interrotta per quasi un’ora. E per quasi un’ora le telecamere inquadrarono praticamente solo gli striscioni che la Parmalat esibiva sul percorso di gara. Fu il più grande colpo pubblicitario dell’epoca: davanti ai teleschermi a casa, c’erano venti milioni di persone.
La finale tra Thoeni e Stenmark
Alla fine Thoeni e Stenmark si incontrarono in finale. Vinse com’è noto Gustavo fra il tripudio generale: l’apoteosi dello sci nuovo grande passatempo d’Italia. Fu anche l’ultimo importante successo di Thoeni.

Per vedere un altro azzurro aggiudicarsi la Coppa del Mondo ci sarebbero voluti vent’anni, Alberto Tomba nel 1995. Quest’anno potrebbe essere Federica Brignone a festeggiare il suo secondo successo in campo femminile. In mezzo secolo la neve si è fatta rosa, almeno in Italia.
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